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È arrivato il giorno del Pnrr

Entro la mezzanotte deve essere inviata alla Commissione europea la documentazione (tra cui un rapporto sintetico – ma completo) per la richiesta di pagamento della prima rata da 24,1 miliardi (i 24,9 miliardi ricevuti il 13 agosto erano un prefinanziamento ossia un anticipo). Ecco l’iter e un suggerimento da parte del prof. Pennisi

Oggi il 28 dicembre è il giorno del Programma nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Entro la mezzanotte deve essere inviata alla Commissione europea la documentazione (tra cui un rapporto sintetico – ma completo) per la richiesta di pagamento della prima rata da 24,1 miliardi (i 24,9 miliardi ricevuti il 13 agosto erano un prefinanziamento ossia un anticipo). I funzionari di Bruxelles hanno fatto intendere che qualche giorno di ritardo non sarà un grave danno. Tuttavia, è importante che l’Italia arrivi a questo primo appuntamento nei termini ed in regola. A Via Venti Settembre, le luci sono rimaste accese sino a notte alta proprio in quanto dirigenti e funzionari sono consapevoli dell’importanza di rispettare la scadenza.

La documentazione da allegare alla richiesta non è solo contabile ma, come si è accennato, deve includere un’analisi valutativa su quanto si è fatto (i 51 target raggiunti) e su quando si dovrà fare sia nel prossimo futuro sia nel più lungo arco di tempo dell’attuazione dell’intero Pnrr. È il primo dei rapporti semestrali che devono essere presentati all’Unione europea (Ue) per sbloccare le rate dei finanziamenti.

Come rilevato su altre testate, ad esempio Il Commento Politico, non mancano informazioni sul Pnrr. Ad esempio, prima di Natale sono iniziati i corsi di formazione per i professionisti e gli esperti assunti a tempo determinato dalla Pubblica amministrazione per supportare funzionari e dirigenti nella progettazione e nel monitoraggio degli investimenti previsti nel Programma: in seguito a procedure di selezione snelle, ne sono stati selezionati mille. Quindi, anche se alla notizia dell’arrivo di professionisti ed esperti non è stata data eco sulla stampa, il fatto che questi siano in aula per corsi di formazione mirati al Pnrr è segno eloquente che qualcosa si muove.

Informative sul Pnrr vengono, inoltre, prodotte dal servizio studi della Camera dei Deputati e del Senato. Si tratta di documenti utili. Sono, però, essenzialmente radiografie della situazione normativa (leggi, e soprattutto decreti sull’attuazione) di grande ausilio all’azione legislativa del Parlamento ma che non forniscono un quadro completo di quale progresso si sta facendo con le riforme e con gli investimenti previsti nel Pnrr. Ci sono informative parziali; ad esempio, dal ministero del Turismo si fa sapere che si è alla ripulitura del testo del programma del Fondo nazionale per il turismo e dell’hub sul turismo digitale, ed il Centro Economia Digitale costituito da un consorzio di università per collaborare con il ministro per l’Innovazione ha appena pubblicato un documento intitolato Next Generation Italia Execution. Proposte operative per l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La Fondazione Open Polis, inoltre, pubblica quasi ogni mese statistiche su aspetti dell’attuazione del Pnrr. Dati utili, ma insufficienti per avere un’idea di come il Pnrr sta procedendo. Il documento più completo è stato pubblicato in questi giorni dalla Ragioneria Generale dello Stato. Si intitola “La risposta delle istituzioni europee alla pandemia di Covid-19. Il programma NGEU e i Piani nazionali”. Nelle circa 90 pagine a stampa fitta vi è un’utile analisi che, tuttavia, non contiene una disanima del progresso nell’attuazione del Pnrr.

Agli inizi ci sono sempre difficoltà, soprattutto se devono coordinarsi strutture della presidenza del Consiglio, del ministero dell’Economia e delle Finanze e dei numerosissimi enti di spesa (amministrazioni centrali dello Stato, Regioni, Comuni) coinvolti, a vario titolo, nella realizzazione del Pnrr.

È difficile preconizzare che questo primo rapporto semestrale sia perfetto nella forma e nella sostanza; come si è detto gli uffici si stanno ancora organizzando e il reclutamento è in atto. Tuttavia, sarà, senza dubbio il documento più completo in materia. Verrà, senza dubbio, inviato, oltre che alle autorità europee, al Parlamento e pubblicato sul sito della presidenza del Consiglio e del ministero dell’Economia e delle Finanze.

Sarebbe auspicabile che il ministro Daniele Franco, un economista di vaglia che è stato anche Ragioniere Generale dello Stato, prenda un’iniziativa a quella attuata da alcuni suoi predecessori: organizzare non solo riunioni con le amministrazioni e gli enti coinvolti, ma anche con economisti che possano dare suggerimenti su come affinare futuri rapporti all’Ue sul Pnrr.

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