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I Frugali 4? L’Eurogruppo cambia con i nuovi ministri delle Finanze

Per una strana coincidenza, oggi a Bruxelles esordiscono quattro ministri di Paesi chiave per le finanze europee: Germania, Olanda, Austria e Lussemburgo. Chi sono, cosa propongono e come potrebbero influire sul futuro dell’Unione europea

“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.  L’Eurogruppo, centro di coordinamento europeo dei ministri delle Finanze dei Paesi dell’Unione europea, inaugura l’anno con l’esordio di quattro nuovi membri, i ministri di Germania, Olanda, Austria e Lussemburgo.

La prima riunione si tiene oggi a Bruxelles, con la presidenza del ministro delle Finanze irlandese, Paschal Donohoe, e il ministro dell’Economia, Daniele Franco, in rappresentanza dell’Italia.

Al centro dell’agenda il prezzo dell’energia, l’aumento dell’inflazione, la revisione del Patto di stabilità, il processo di ratifica del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e l’unione bancaria. Ci sarà anche una discussione su un tema che provoca molte divisioni all’interno della zona euro: la riforma fiscale, sospesa dall’inizio della pandemia e in attesa di ripresa dal 2023.

Da dove nascono le differenze? Da una parte, i Paesi del nord e del centro dell’Europa (Germania, Austria, Paesi bassi e i nordici) difendono rigide normative per dare priorità alla consolidazione fiscale, mentre quelli del sud (Francia, Spagna e Italia) chiedono più flessibilità e un nuovo disegno che possa favorire gli investimenti nel settore ambientale e digitale.

Sui piani di bilancio annuali, e le possibili sanzioni contro chi non rispetta i limiti di deficit e debito, non sono previste grandi decisioni, ma una prima presentazione della linea proposta dal nuovo ministro delle Finanze tedesco, il liberale Christian Lindner, e dalla collega olandese, Sigrid Kaag.

Politico racconta l’incontro dei “nuovi ragazzi” che avranno in mano i conti dell’Europa: dopo l’Eurogruppo di oggi, domani ci sarà la riunione del Consiglio Economia e Finanza (Ecofin), con la coincidenza di quattro nuovi governi (di cui tre cruciali) nati nelle ultime settimane.

Stasera, all’ora di cena, i Paesi della Lega Anseatica (principalmente nordici e baltici) si incontreranno per fare il punto sulle discussioni sulla politica fiscale in programma domani all’Ecofin.

CHRISTIAN LINDNER – GERMANIA 

A margine della riunione, il ministro Lindner ha spiegato quello che sarà l’obiettivo principale della Bce, combattere l’inflazione: “Noi possiamo monitorare la stabilità. Per me il patto di stabilità ha dimostrato di essere flessibile durante la crisi: è ora di ricostruire dei cuscinetti nei bilanci, anche nel settore pubblico. Sono molto a favore della riduzione del debito pubblico, è importante per l’Unione bancaria sciogliere il nesso tra banche e titoli di Stato. Avremo un approccio complessivo”.

La vera domanda è se l’arrivo dei nuovi ministri porterà un cambiamento nella linea politica dell’Eurogruppo. Gli occhi sono puntati sulla Germania e la possibilità che possa mutare il suo radicato principio di prudenza fiscale.

“Lindner ha inviato messaggi contrastanti da quando è succeduto a Olaf Scholz nel ruolo di ministro delle finanze tedesco – si legge su Politico. Il leader del partito pro-business Fdp ha segnalato l’apertura a maggiori investimenti pubblici nel suo primo discorso al parlamento tedesco la scorsa settimana, ma ha anche affermato che l’accento dovrebbe essere posto sul successo del Recovery Fund da 800 miliardi di euro dell’Unione europea piuttosto che sulla revisione del patto di stabilità”.

Lindner rappresenta un governo di coalizione con tre partiti e sarà vincolato dalle opinioni di Spd e Verdi, orientati a sinistra. Ma come si legge in un ritratto pubblicato da Formiche.net, il giovane ministro “preferisce non governare che governare male”. Era questo lo slogan principale sul sito web del partito.

Nato a Wuppertal nel 1979, Lindner è laureato in Scienze politiche all’Università di Bonn. Fa parte dell’Fdp da quando aveva 18 anni. Nipote di un fornaio e figlio di un insegnante, è stato attivo politicamente da quando era a scuola. Nel 2000 fondò con due amici un’agenzia di pubblicità. a 23 anni acquistava orologi costosi e guidava una Porsche.

Il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung ha scritto a settembre del 2017, a proposito della sua candidatura, che “la vanità è anche una virtù”. Ed è che, per diventare più attraente, il giovane politico si è tolto gli occhiali e ha cambiato sarto in quella che è stata definita una campagna elettorale molto fashion.

Nel suo libro Schattenjahre (Anni di ombra) il neoministro ha scritto: “Ricordo le immagini in tv e la gioia del Partito Socialdemocratico e dei Verdi quando si è saputo che l’Fdp era rimasto fuori dal Parlamento. […] Ogni volta che ho dubbi sui nostri sforzi per tornare in gara, penso a quelle immagini. Mi sono impegnato perché quelle non siano le ultime immagini che la gente ricordi del nostro partito”.

SIGRID KAAG – PAESI BASSI

Politico chiede anche di fare attenzione anche alla ministra delle Finanze olandese, Sigrid Kaag. Ex diplomatica e già ministro degli Esteri, è la prima donna a ricoprire l’incarico. Kaag è membro del partito liberale D66, e il suo istinto potrebbe portare ad una maggiore flessibilità. Ma il suo predecessore resterà nei “paraggi”: Wopke Hoekstra, l’aggressivo ex ministro delle Finanze, rimarrà nell’esecutivo come ministro degli Esteri.

Kaag però non si lascia influenzare facilmente. Come raccontato su Formiche.net, parla sei lingue, tra cui l’arabo, ed è considerata una liberale di sinistra, a favore di politiche di solidarietà nella zona euro.

Figlia di un musicista e un’insegnante, è nata nel 1961 a Rijswijk, ed è cresciuta a Zeist in Utrecht. La sua vita è segnata da un’infanzia difficile e un percorso pieno di ostacoli. È stata adottata dopo la malattia dei genitori, imparando sin da ragazza a cavarsela da sola, e a gestire i contrattempi, come ha raccontato al quotidiano De Volkskrant.

A 20 anni è andata all’Università Americana del Cairo, dove ha fatto studi sul Medio Oriente, conclusi poi all’Università di Oxford ed Exeter nel Regno Unito. Ha lavorato per le Nazioni Unite e come analista per la Shell.

MAGNUS BRUNNE – AUSTRIA 

Recentemente, il ministro delle Finanze austriaco, il conservatore Magnus Brunner, è apparso sulla stampa internazionale perché ha sottolineato come il nucleare non è una fonte di energia sostenibile, per cui non dovrebbe essere inclusa dalla Commissione europea nei piani di transizione ecologica.

In un’intervista pubblicata su France Day FR News, a Brunner è stato chiesto cosa ne pensava della proposta di Mario Draghi sull’allentare i criteri di Maastricht, e dell’ipotesi che il primo ministro olandese Mark Rutte potesse lasciare l’alleanza dei “Frugal Four”.

Brunnes ha detto esplicitamente che spera non ci sia un cambio di mentalità in Europa, anche se ammette che c’è stato un cambiamento politico: “Faremo in modo di rispettare il patto di stabilità. Quando ho letto il patto della coalizione tedesca, ci sono già passaggi che vanno nella direzione di un patto di stabilità ripristinato dopo la crisi. Andrò all’Ecofin e misurerò l’atmosfera. Se permettiamo che si creino più debiti, significa anche che l’energia nucleare può essere sostenuta da più debiti. Chi può volerlo? Non ha alcun senso ecologico o economico”.

Nato nel 1972, Brunner ha studiato all’Università di Innsbruck, all’Università di Vienna e al King’s College London. È membro del Partito popolare austriaco (Övp) ed è stato segretario di Stato al Ministero federale austriaco per il clima, l’ambiente, l’energia, la mobilità, l’innovazione e la tecnologia.

YURIKO BACKES – LUSSEMBURGO 

Infine – ma non meno importante – c’è Yuriko Backes, nuova ministra delle Finanze di Lussemburgo. Nata in Giappone nel 1970, Backes ha frequentato la London School of Economics e la School of Oriental and African Studies.

Backes ha una lunga esperienza come diplomatica, tanto in Europa come a livello internazionale. Fino a dicembre del 2021 è stata Maresciallo della Corte della Casa Granducale e per quattro anni ha svolto anche il ruolo di capo della Rappresentanza in Commissione europea per il Lussemburgo. Dal 2010 al 2016 è stata consigliere diplomatico dei premier Jean-Claude Juncker e Xavier Bettel.

In materia economica ha esperienza come vicedirettore del Dipartimento dei Rapporti Economici Internazionali del Ministero degli Esteri lussemburghese.

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