Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche

Ecco cosa minaccia la partenza sprint dei mercati nel 2022

Goldman Sachs si aspetta un anno a tutto gas sui mercati, pur mettendo in conto strette monetarie e surriscaldamento dei prezzi. Sulla stessa scia anche gli economisti delle Generali per i quali, al netto di Omicron, l’inflazione e il tapering sono le due grandi incognite del 2022

I mercati hanno parlato, varianti e inflazione permettendo, il 2022 sarà un anno di crescita e rinascita. Altrimenti come si spiegherebbe l’euforia sui listini vista tra l’ultimo scampolo del 2021 e l’anno appena iniziato. I numeri, parlano abbastanza chiaro. Il nuovo anno è iniziato per le Borse europee all’insegna dei record, con i listini che anche in questi giorni proseguono la cavalcata già iniziata nel 2021 e che ha visto Piazza Affari guadagnare il 23% in 365 giorni.

I principali indici azionari statunitensi ed europei, ovvero lo S&P 500 e lo Stoxx 600, sono poi saliti rispettivamente del 30% e del 22% nel 2021. E c’è chi è ottimista per l’anno appena iniziato. Goldman Sachs pensa per esempio che entrambi gli indici, che rappresentano lo stato di salute dei mercati, porteranno questo slancio nel prossimo anno, stimando che l’S&P 500 sarà più alto del 9% e lo Stoxx del 13% in questo periodo del prossimo anno.

Attenzione però, perché ci sono due incognite che possono spegnere facilmente l’entusiasmo. E cioè l’inflazione e una stretta monetaria su larga scala. La stessa Goldman Sachs confida in una diminuzione significativa dell’inflazione, anche se è improbabile che le pressioni sui prezzi si esauriscano rapidamente. Le stime parlano di una possibile diminuzione dell’Us Core inflation rate (che misura la variazione nei prezzi di beni e servizi negli Usa, esclusi quelli del settore alimentare ed energetico) dal 4,4% del 2021 al 2,4% il prossimo anno. Gli esperti ipotizzano una diminuzione dell’inflazione anche nell’area Euro e nel Regno Unito, mentre Giappone e Cina potrebbero sperimentare un rialzo.

Poi c’è la questione delle banche centrali. Dopo due anni di politiche monetarie accomodanti portate avanti in modo sincrono dalle maggiori economie al mondo per far fronte alla pandemia da coronavirus, i principali istituti stanno avviando programmi di rientro progressivo dalle misure di stimolo, anche se con ritmi e modalità differenti. I mercati, non è un mistero, temono molto una stretta monetaria: più costa il denaro, meno ne affluisce nell’economia, meno il Pil sale. Ma, di contro, l’inflazione è la nemica giurata dei redditi fissi.

Che l’inflazione e le politiche monetarie siano i due grandi spauracchi del 2022 ne sono convinti anche gli economisti delle Generali. Per i quali “dinamiche dei prezzi e l’azione delle banche centrali rappresentano ancora aspetti da monitorare attentamente. In questo senso, l’imminente pubblicazione delle minute della Fed, mercoledì 5 gennaio, il dato dell’inflazione americana il 12 gennaio e i dati relativi al mercato del lavoro statunitense alla fine di questa settimana sono indubbiamente eventi da tenere d’occhio”. In sintesi, “in un quadro reso incerto dall’evoluzione della crisi pandemica, i temi fondamentali più importanti nel corso del 2022 continueranno verosimilmente ad essere le dinamiche dei prezzi nelle diverse aree, l’azione delle banche centrali, i programmi di investimento finanziati da spesa pubblica”.

Exit mobile version