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Nuova disciplina per i cookie. Ecco cosa cambia per l’utente

Di Francesca Bassa

Le nuove linee guida sono pensate per una maggiore coscienza e trasparenza rispetto ai tracciamenti online. Ma si arriverà mai a un tracciamento anonimizzato? L’analisi di Francesca Bassa, avvocato esperto in protezione dati e cybersecurity, e partner dello Studio bd LEGAL

Dal 9 gennaio scorso sono entrate in vigore le nuove Linee guida del Garante Privacy del 10 giugno 2021 che impattano sulla predisposizione dei banner e sulle modalità di raccolta e conservazione dei dati: che cosa cambia per l’utente e quali sono le novità che ci si deve aspettare riguardo ai cookie?

“Le nuove linee guida vogliono sensibilizzare l’utente a una maggiore coscienza e trasparenza rispetto ai suoi tracciamenti online; con la nuova disposizione non cambia molto, si consente di scegliere in modo più immediato se accettare i cookie di profilazione di terze parti o, al contrario, rifiutarli tutti”, spiega Andrea Chiozzi, esperto di privacy e amministratore delegato di PrivacyLab.

Da un punto di vista tecnico, l’utente quindi con un semplice click sul pulsante “rifiuta” o di “blocco dei cookie, esempio una X”, può negare l’autorizzazione al tracciamento dei suoi dati. Spetterà ai gestori dei siti conservare queste interazioni e applicare la normativa in modo conforme, per esempio vietando lo scrolling e la cookie wall.

La raccolta dei dati attraverso i cookie da parte dei grandi player è sotto osservazione e lo dimostrano le recenti decisioni dell’autorità di controllo francese (Cnil) che hanno inflitto sanzioni elevate a Google (Alphabet) e a Facebook (Meta), rispettivamente di 150 milioni di euro e 100 milioni di euro, perché sui loro siti non è consentito rifiutare i cookie con la stessa semplicità con cui si possono accettare. La Cnil ritiene che rendere più complesso il meccanismo di rifiuto significhi nella pratica un modo per dissuadere gli utenti dal rifiutare i cookie, incoraggiandoli invece ad accettarli.

Un altro caso sotto osservazione da parte dell’Autorità di controllo belga è quello che riguarda il protocollo per il trattamento dei dati comportamentali, Transparency & Consent Framework (Tcf) fornito dallo Iab Europe che sembrerebbe in violazione del Gdpr ed è adottato anche da Google.

In verità, è da un po’ di tempo che i cookie sono oggetto di attenzione da parte degli addetti ai lavori, nonostante le big tech stiano abolendo i cookie di terze parti e cercando nuove soluzioni per sostituirli.

I consumatori iniziano a pretendere la privacy: Alphabet, Meta, Apple, Mozilla, hanno deciso di cambiare approccio lanciando iniziative volte ad eliminare i cookie di terze parti e che mirano all’adozione di soluzioni privacy-oriented. Google, per esempio, intende promuovere entro il 2023 il progetto Privacy Sandbox con l’obiettivo di generare sia un vantaggio all’utente garantendogli l’anonimato, sia ai publisher, consentendo campagne marketing più efficaci.

Altre soluzioni alternative sul mercato e rivolte all’anonimato sono state di recente proposte da altri esperti del settore, come per esempio da Iapp che ne ha raccolto un elenco sintetico.

Per le multinazionali del web, organizzare la gestione dei cookie in conformità di legge è sempre più complesso. Infatti, continua Chiozzi, “uno dei motivi per cui esiste questa ricerca ossessiva all’innovazione è perché quando entrerà in vigore il regolamento e-privacy saranno normati anche i comportamenti dei provider per i quali potrebbe diventare complicato essere conformi e trasparenti” Inoltre, “le nuove tecnologie, come per esempio quella di Privacy Sandbox, vanno testate con largo anticipo in modo da non trovarsi impreparati con l’evoluzione normativa”.

Sebbene i progetti cookie-less siano molto ambiziosi e vadano verso la direzione proposta dal Regolamento europeo e verso una sistema di tracciamento anonimizzato, non è ancora certo se tali progetti si concretizzeranno in una vera e propria rivoluzione per il per il settore del digital marketing e per quelle realtà che si affidano al web per generare business. Non resta che attendere lo scenario futuro.

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