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Brand e spirito artigiano. Confartigianato racconta imprese e valori

Rafforzare la reputazione e rendere l’artigianato sempre più attrattivo per le giovani generazioni. Il segretario Mamoli: “Dobbiamo essere capaci di connettere tanti mondi, di avere una linea di pensiero. Comunicare ciò che facciamo in maniera giusta significa rendere il mondo dell’artigianato più attrattivo”

Raccontare e raccontarsi. Moltiplicare il potenziale e l’attrattività dell’artigianato anche agli occhi dei giovani, attraverso una comunicazione efficace e trasversale, anche per superare le difficoltà di reperimento della manodopera. Confartigianato non solo s’interroga ma traccia una rotta per darsi una comunicazione il più possibile innovativa e “di sistema”. Gli Stati generali della comunicazione, organizzati dalla Confederazione degli artigiani e delle piccole imprese, sono serviti proprio a questo.

Il tema della “comunicazione vincente” per gli artigiani resta, dunque, una priorità. Perché, come spiega il vicepresidente nazionale Eugenio Massetti “Confartigianato è un brand che ha una storia” che racchiude “tantissime categorie di mestieri”. La sfida è “fare sintesi” puntando sulla “credibilità, sulla continuità delle buone prassi e sul radicamento al territorio”.

Il segretario generale di Confartigianato Vincenzo Mamoli ha puntato moltissimo sulla comunicazione, individuandola come caposaldo del mandato della sua segreteria e della presidenza di Marco Granelli. Contenuti, questi ultimi, ripresi anche nelle conclusioni del direttore delle politiche organizzative, comunicazione e marketing, Stefano Bernacci. “Dobbiamo essere capaci – spiega – di connettere tanti mondi, di avere una linea di pensiero. Comunicare ciò che facciamo in maniera giusta significa rendere il mondo dell’artigianato più accattivante e attrattivo anche per i giovani”. Un binario che si muove in parallelo rispetto alla “comunicazione più istituzionale” che serve all’associazione per “comunicare la propria visione del Paese”. Le due parole chiave sono “qualità e prospettiva”. Elementi funzionali anche a “provocare cambiamenti” nell’interesse degli artigiani – l’ossatura economica del Paese – e a “rafforzare la nostra reputazione”, venendo identificati come “interlocutori credibili” ai tavoli istituzionali.

Marco Pierpaoli, coordinatore del gruppo nazionale marketing di prossimità a più riprese insiste sull’esigenza di un “approccio scientifico” alla comunicazione, rendendo in qualche modo “misurabili” i risultati che via via si ottengono, applicando i nuovi mezzi di comunicazione “tenendo presente le mutazioni del contesto in cui ci troviamo a lavorare”. Il “marketing associativo”, dice, ormai sempre più deve diventare “marketing relazionale”. Cogliendo nella concorrenza “una forma di stimolo e di opportunità”.

In che modo? Sondando anche nuovi mezzi di comunicazione, come può essere il social Tik Tok. Ed è proprio Luana Lavecchia, responsabile relazioni istituzionali Tik Tok Italia a svelare “una realtà che già esiste”. Ossia il “racconto dell’artigianato attraverso i nostri canali”. Lavecchia parla chiaramente di “video di artigiani che, mostrando il loro lavoro, collezionano milioni e milioni di visualizzazioni” diventando dei veri e propri ‘influencer’ dell’artigianato.

A proposito di nuovi orizzonti, è il rettore dell’università politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori a fare una panoramica su come “attraverso una comunicazione efficace” si possano “difendere” e fare gli interessi delle piccole imprese. Magari attraverso “la digital intelligence”, iniziando a ragionare secondo il “principio dell’elefante: una logica di sistema”. I livelli di comunicazione, così il rettore, “sono diversi e complessi” ma passano tutti “dal piano strategico e dagli strumenti operativi”. L’efficacia si muove di pari passo con la concretezza. Tre sono i pilastri in questo senso: “Ritorno ai contenuti, puntare sui dati, rafforzare il ruolo di sistema”.

Ma le nuove frontiere non devono essere considerate in maniera oppositiva rispetto a quelle più tradizionali. Il punto è sempre conservare lo “spirito autentico”. Anzi, lo “Spirito Artigiano”. Che è una realtà. Un magazine ricco di contenuti, che si arricchisce di contributi di settimana in settimana. Oltre a essere un format che è sbarcato sui territori attraverso le attività organizzate in collaborazione con la Fondazione Germozzi, presieduta da Giulio Sapelli. Una miniera di contenuti, fruibile a tutti. Insomma, l’artigianato sta facendo passi da gigante. Non solo in termini produttivi, ma anche sulla comunicazione. E questa è una buona notizia.

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