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Munchin, Lagarde, Malpass, gli incontri di Tria a Washington. Le foto

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Giovanni Tria e Abdiharam Beileh
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David Malpass e Giovanni Tria
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Giovanni Tria e Mohamed al Jadaan
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Giovanni Tria e Kun Liu

L’Italia continua a non convincere il Fondo Monetario, che nutre fortissimi dubbi sulla nostra capacità di attuare riforme fiscali con cui dare propulsione alla crescita. Secondo Poul Thomsen, responsabile dell’Fmi in Europa, la priorità del nostro Paese è l’abbattimento del debito pubblico. E poi nessun passo indietro sulla riforma delle pensioni e in generale sulle rifome strutturali. Ma dal canto suo il ministro dell’Economia Giovanni Tria, da Washington difende l’Italia e afferma che non è un rischio globale. Il responsabile del Tesoro non ha dubbi sul fatto che l’Italia rispetterà “gli obiettivi strutturali concordati” e lo farà anche andando avanti con la riforma fiscale, che centrerà quelli indicati nel Def.

A margine dei lavori del Fondo Monetario Internazionale, Tria è stato impegnato in una girandola di incontri, dal segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin al direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. Occasioni per fare il punto sull’economia mondiale, europea e italiana. Un’Italia i cui “fondamentali non sono in crisi”, rassicura il ministro spiegando come l’importante rallentamento economico che il Vecchio Continente sta sperimentando colpisce soprattutto le economie manifatturiere e quelle più vocate alle esportazioni, quali l’Italia e la Germania.

“Abbiamo avuto un rallentamento dell’economia quest’anno della stessa misura della Germania. C’è un importante rallentamento in tutta Europa: Italia e Germania rappresentano una buona parte del pil europeo” mette in evidenza Tria, osservando come le stime di crescita del Fmi sull’Italia “praticamente coincidono con le nostre”.

(Foto Imagoeconomica – riproduzione riservata)

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