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L’Italia non conta più una coppa. M5S e Lega stanno recitando. Renzi e Calenda alle Europee. Le foto

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Carlo Calenda
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Carlo Calenda e Matteo Renzi
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Carlo Calenda e Matteo Renzi
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Carlo Calenda e Matteo Renzi
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Matteo Renzi
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Matteo Renzi
sinistra
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Matteo Renzi e Carlo Calenda
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Matteo Renzi e Carlo Calenda
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Matteo Renzi e Carlo Calenda
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Caterina Avanza
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Caterina Avanza
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Matteo Renzi
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Matteo Renzi
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Matteo Renzi
sinistra

All’auditorium Mahler di Milano “L’Italia è più forte di chi la vuole debole” è l’iniziativa di ieri sera che ha visto Matteo Renzi ospite di Carlo Calenda, capolista del Pd alle Europee nella circoscrizione nord-est.

A tutto tondo le dichiarazioni che dalla serata sono venute fuori. “Ritengo Giuseppe Conte un disastro: un uomo che, con la compiacenza di certa stampa, sta svilendo il ruolo di primo ministro della terza economia europea”, ha detto l’ex premier. “L’Italia – ha aggiunto Renzi – non conta più una coppa”. Conte, ha aggiunto Renzi, “non è degno di rappresentare il Paese, non perché non è stato eletto ma perché non sa di cosa sta parlando”. Renzi poi ha attaccato anche il vicepremier, Luigi Di Maio, “alias l’incompetente”.

“Potevamo fare meglio quando eravamo al governo? Diciamocelo un’ultima volta: sì”, ha poi continuato. “Loro in un anno di governo potevano fare peggio? No. I conti con il passato non dobbiamo farli più, li fa l’Istat per noi”, ha sottolineato.

“Dobbiamo essere orgogliosi del ruolo di faro che Milano sta avendo in Italia e in Europa”, ha affermato infine Matteo Renzi. Renzi ha ricordato che a suo avviso il ruolo conquistato dal capoluogo lombardo è legato “al lavoro che anni fa abbiamo fatto con Expo”, quando fu proprio lui, da premier, a scommettere sul buon esito dell’Esposizione universale del 2015.

“Penso di lavorare con Renzi, con Gentiloni, con Zingaretti e tanta altra gente per tenere unito il Pd. Per farlo diventare sempre più largo e più forte”. Queste invece le parole proprio di Carlo Calenda, che ha confermato di non voler uscire “dal Pd: dopo aver fatto campagna elettorale, sarebbe masochista”, ha detto. Con Zingaretti, ha aggiunto, “io vado molto d’accordo, anche se siamo diversi”. Quanto a Renzi, invece, Calenda ha riconosciuto che i due hanno “caratteri forti, abbiamo lavorato molto bene insieme e ci siamo scontrati quando dovevamo farlo. Ma sempre alla luce del sole”.

Le tensioni tra le due componenti del governo fanno parte di “una grande sceneggiata: stanno recitando, hanno iniziato a litigare sotto campagna elettorale”. Calenda vede i due azionisti di maggioranza “come una iattura: il rischio che ci facciamo male credo sia molto presente”, ha aggiunto. “Se Di Maio pensasse davvero quello che dice doveva staccare la spina al governo ieri, invece domani va a presentare la fase due del governo. L’unica fase due del governo, se i rapporti sono questi, è che il governo cada a casa”, ha chiosato.

In vista delle elezioni europee “il mio obiettivo minimo è battere i 5 Stelle, ma mi riterrò davvero soddisfatto quando manderemo a casa il governo e batteremo la Lega. Non un minuto prima”, ha affermato il candidato.

“A me il 20% non basta: dobbiamo tornare a rappresentare la maggioranza degli italiani. Basta con questa vulgata della Lega al 30%. A casa mia la Lega è al 17%: io le partite a tavolino non le ho mai date vinte. Si combatte ogni voto e non si accettano le intimidazioni”, ha aggiunto l’ex ministro.

“La prossima volta ci si vede in piazza: a furia di aver paura di riempire le piazze, lasciamo le piazze semivuote a chi non le riempie nemmeno. Vinceremo – ha aggiunto Calenda – per una cosa che gli altri non conoscono: l’Italia gioiosa illuminata che si batte nella scuola e nel lavoro. Noi questa Italia luminosa l’abbiamo vista”, ha chiosato Calenda.

(Foto: Imagoeconomica-riproduzione riservata)

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