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Salvini, Di Maio e Fico. Vicini ma distanti alla parata del 2 giugno. Foto di Pizzi

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Matteo Salvini e Santo Marcianò
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Matteo Salvini e Santo Marcianò
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Matteo Salvini e Enzo Moavero Milanesi
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Ettore Rosato, Matteo Salvini e Enzo Moavero Milanesi
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Matteo Salvini, Enzo Moavero Milanesi, Giovanni Tria, Sergio Costa
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Matteo Salvini, Enzo Moavero Milanesi, Giovanni Tria
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Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti
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Alfonso Bonafede e Luigi Di Maio
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Alfonso Bonafede e Luigi Di Maio
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Maria Elisabetta Alberti Casellati, Roberto Fico e Giuseppe Conte
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Maria Elisabetta Alberti Casellati, Roberto Fico e Giuseppe Conte
Salvini
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Ancora tiene banco la polemica innescata nel giorno della Festa della Repubblica e proprio durante la consueta parata del 2 giugno ai Fori imperiali. Matteo Salvini twitta dalla tribuna con la manifestazione in corso e il suo bersaglio è il presidente della Camera Roberto Fico, anche lui presente all’evento.

“Io – scrive il titolare del Viminale – dedico la Festa della Repubblica all’Italia e agli Italiani”. Il riferimento appunto è al presidente della Camera che aveva dedicato la Festa, prima dell’inizio della cerimonia, anche “ai migranti che si trovano nel nostro territorio, ai rom e ai sinti”.

Fico ai giornalisti presenti ribadisce quindi che il 2 giugno va dedicato “a tutti gli italiani, ai migranti che si trovano nel nostro territorio, ai più deboli, ai rom, ai sinti. Questa è la forza della nostra Repubblica: non fare differenze di sesso, razza o religione, perché sotto questo angolo di cielo che si chiama Italia sventola per tutti la stessa bandiera”.

Salvini, a parata conclusa si rivolge ai giornalisti: “Questa è – ricorda – la Festa degli italiani, non dei rom e degli immigrati. Nei campi rom di legalità ce n’è poca, quindi preferisco festeggiare i nostri militari. Qua c’e’ gente che rischia la vita per difendere l’Italia e sentire un presidente della Camera che dice che è la festa dei migranti e dei rom fa girare le scatole ed è un torto anche per chi ha sfilato”.

Luigi Di Maio ha preso le distanze da Fico. “Oggi – osserva – è la festa di tutti gli italiani, soprattutto di quelli che hanno perso la pazienza, che aspettano risposte, che non ne possono più di parole ma che si aspettano fatti concreti! Una festa che ci deve unire tutti. Invece anche il 2 giugno si è trovato il modo di fare polemica, per di più davanti ai nostri soldati. Io e Roberto – puntualizza – su queste questioni siamo molto diversi”.

(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)

 

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