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Luiss Enlabs, la Silicon Valley italiana a Roma. Parla il fondatore Capello

In programma il 4 aprile a Roma, la presentazione al pubblico di Luiss Enlabs, “La Fabbrica delle startup”, la joint venture creata da Enlabs con l’Università Luiss per trasformare le buone idee in imprese di successo, ha origini più lontane, nel tempo e nello spazio.

Tutto nasce nel 2010, quando Luigi Capello, cofondatore di Italian Angels for Growth, il maggiore gruppo di Business Angels in Italia, attraverso la sua esperienza diretta a San Francisco ha avuto modo di apprezzare la struttura e il funzionamento degli incubatori della Silicon Valley.
Dopo aver conseguito una laurea in Economia presso l’Università Luiss di Roma, Capello ha maturato oltre 20 anni di esperienza nel settore dei servizi finanziari e nel Private Equity. Attualmente insegna Entrepreneurship e Venture Capital alla LUISS.
In una conversazione con Formiche.net il fondatore di Enlabs racconta come nasce la sua dedizione al mondo delle start up e i progetti ambiziosi in programma per il 2013 grazie alla collaborazione con la Luiss.

Come nasce EnLabs?
Nel 2010 andai a San Francisco con l’intento di aiutare le start up italiane ad entrare nel mercato americano. Fu lì che entrai in contatto con gli incubatori ed in particolare con quelli un po’ più innovativi della Silicon Valley. Mi sono meravigliato di come questi incubatori creassero degli elementi positivi per la nascita di nuove aziende mentre in Italia questo tipo di attività erano in uno stato embrionale. Anziché portare le start up in America decisi allora di importare in Italia un sistema già consolidato. Il 30 novembre del 2010, giorno dell’aperture di Enlabs si presentarono 300 persone, segno che su Roma c’era un tessuto pronto di persone dedite alla tecnologia e con l’ambizione di aprire una start up.

Quale fu il passo successivo?
Dopo gli ottimi risultati ottenuti dalle prime start up bisognava cercare nuovi sponsor. Ad aprile del 2010 fu fondata LVenture Group, società quotata alla borsa di Milano, che oggi assicura il supporto finanziario alle startup meritevoli. La joint venture tra il nostro incubatore e l’Università Luiss, in collaborazione con Wind, ci ha permesso poi di pensare più in grande: spazi fisici, competenze e risorse economiche.

Come si può sintetizzare il contributo che offre l’incubatore?
Può essere sintetizzato in tre elementi: semplicità e facilitazioni nella creazione, mentori che mettono a disposizione conoscenze tecniche e imprenditoriali e risorse finanziarie.

Cosa prevede il programma e come funziona? 
Un incubatore è uno spazio fisico dove persone possono affittare una scrivania per il coworking o partecipare ad un programma di incubazione per sviluppare la propria idea. Il programma prevede una preventiva selezione delle migliori idee imprenditoriali, che verranno successivamente inserite in un programma di accelerazione e incubazione della durata di sei mesi. A quel punto si lavora insieme sulla futura impresa assistendole tramite mentoring. Poi al termine del programma, se l’azienda è in grado di stare sul mercato si inizia un’attività di fundraising che prevede incontri con Business Angel o Venture Capitalist.

Quali sono le criticità in Italia rispetto all’esperienza americana?
Nel mercato americano vi è un ecosistema dove a collaborare alla riuscita degli incubatori lavorano diversi attori. In Italia siamo solo all’inizio. Gli studenti ad esempio hanno ottime idee ma mancano di conoscenze imprenditoriali. Forse creare una Silicon Valley sarà impossibile, ma ciò non ci vieta di essere competitivi a livello europeo ed internazionale.

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