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Google va nello spazio. Grazie all’italiana Avio

GIULIO RANZO CEO AVIO

È tutto pronto al Centro spaziale europeo di Kourou (Guinea Francese) per il lancio che giovedì 15 settembre vedrà protagoniste Avio e Google. Si tratta del primo lancio commerciale di VEGA, il piccolo lanciatore europeo che – secondo gli addetti ai lavori – grazie alle sue caratteristiche ha tutte le carte in regola per diventare punto di riferimento per i lanci di nanosatelliti.

CHE COSA SUCCEDERA’ IL 15 SETTEMBRE

Giovedì partirà alla volta dell’orbita bassa con a bordo quattro satelliti di Terra Bella – startup di Google dedita all’osservazione della Terra – e il primo satellite peruviano. Con Google Maps il colosso di Mountain View ha già reso l’osservazione della Terra dallo spazio uno strumento alla portata di tutti. Ora, dopo l’acquisto nel 2014 della startup Terra Bella, Google si prepara a rafforzare la flotta di satelliti SkySat per avere immagini del nostro pianeta con una risoluzione sempre migliore, dicono i tecnici. Con gli SkySat è già possibile avere video e foto in grado di catturare un’auto in movimento da San Diego a San Francisco; strumenti necessari per rinforzare applicazioni commerciali e gestire crisi e disastri naturali.

IL COMMENTO DI BATTISTON

Per il presidente dell’Asi Roberto Battiston, “questo lancio è la dimostrazione delle capacità del nostro Paese di essere all’avanguardia nella space economy. Il gioiello italiano, Vega, costruito a Colleferro, è un pezzo fondamentale della famiglia dei lanciatori europei e viene utilizzato in modo commerciale per mettere in orbita delle costellazioni che faranno il futuro dell’attività economica nel settore spaziale. È la dimostrazione che l’Italia è in prima fila e che lo spazio non è solo un costo, ma inizia a garantire ritorni economici”.

I PROSSIMI LANCI

Le avventure commerciali di Avio, presentate dal ceo Giulio Ranzo (nella foto) a inizio luglio a Roma, sono solo all’inizio. Nuovi lanci sono in programma a dicembre 2016 e marzo 2017 quando saranno portati in orbita il satellite turco Göktürk – la cui firma di costruzione è quella di Telespazio (joint venture tra Leonardo – Finmeccanica (67%) e Thales (33%) – e il satellite Sentinel 2B. Ad anno nuovo sarà anche la volta dei satelliti Optsat, Venus e Aeolus, il satellite Esa per il monitoraggio di venti e sistemi nuvolosi della Terra.

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