Unanime la valutazione della svolta epocale per la Chiesa sancita dalla cerimonia d’insediamento a Piazza San Pietro del nuovo Pontefice. Molteplici i segni dell’evoluzione già avviata. L’analisi di Gianfranco D’Anna
Chiesa
Così papa Prevost rilancia la Chiesa in uscita. La riflessione di Cristiano
La Chiesa di Leone prosegue nel solco di Francesco con il suo stile e la sua ricerca di un’armonia tra le diversità, non di uniformità, con le differenze che l’identità di papa Prevost già indicano, come è ovvio, in obiettiva novità. Ponendosi nel solco del suo predecessore, come ha chiaramente detto, lo farà con la sua storia, la sua visione, le sue diversità
Perché Leone XIV mette la famiglia al centro della comunità. Il commento di Malgieri
Il richiamo all’unità familiare del papa non è soltanto una richiesta di attenzione alla sua sacralità, ma anche alla civiltà la quale fonda la famiglia come “perno” di una appartenenza nella quale i ruoli vengono naturalmente riconosciuti e, come tali, rispettati. Il commento di Gennaro Malgieri
Verso l'intronizzazione di Leone XIV, tra Giotto e Parolin. L'intervento di Menorello
Se in così breve tempo vi è stata l’elezione del papa, ciò significa, nei fatti, che specie i Cardinali non hanno voluto rischiare uno stallo ed erano realmente interessati solo a guardare dove si stesse dirigendo lo sguardo di Cristo Giudice. L’intervento di Domenico Menorello, portavoce del network Sui tetti, vicepresidente del Movimento per la Vita e membro del Comitato nazionale di bioetica
Putin e le vie della Pace di Leone XIV, Trump e Lula
Non passa giorno senza che il nuovo Papa, l’americano cosmopolita e missionario Robert Francis Prevost, non lanci un appello per la pace. Un appello sempre più alto, significativo e concentrico, indirizzato ai protagonisti dei conflitti in corso. Una pace per la quale il neo eletto pastore della Chiesa Universale si offre come personale mediatore. L’analisi di Gianfranco D’Anna
Sinodale e missionaria. La Chiesa di Leone XIV nella riflessione di Cristiano
Recependo sin dal suo saluto di presentazione la connotazione di Chiesa sinodale e missionaria, papa Leone, con i paramenti romano-imperiali indosso e con il nome che rientra nella tradizione, ci ha detto che la rivoluzione è finita; ora si tratta di edificare ciò che ha annunciato, questa nuova Chiesa, con e nella Chiesa messa a soqquadro dall’anticlericalismo con cui Bergoglio il rivoluzionario l’ha fatta emergere grazie al suo governo carismatico. Dopo il papa che ha abbattuto i muri arriva quello che deve edificare i ponti
Il papa che ci ricorda il senso delle radici. L'opinione di Bonanni
In un tempo che sembra aver perso il suo centro, Leone XIV potrebbe rappresentare un nuovo inizio. Un Papa che, scegliendo un nome così denso, ci ricorda che il passato non è un peso, ma una radice. E che dalla radice può ancora nascere un futuro. Scrive Raffaele Bonanni
Leone XIV e la speranza della verità. Il pensiero di Ippolito
Un papa nato a Chicago ma dall’esperienza globale può dare voce perfettamente alla speranza vera dell’umanità che da Roma e dall’Atlantico si offra efficacemente come proposta spirituale, culturale e politica per tutte le persone e le civiltà del pianeta. Il commento di Ippolito
Le stelle polari del pontificato di Leone XIV. La riflessione di Sassanelli
Cristo, Pace, Missione, Unità: queste le stelle polari che illuminano un pontificato che restituisce a credenti e non credenti le emozioni di un Papa dal nome impetuoso e combattivo, Leone, ma anche dal sorriso e dallo sguardo commosso, bagnato di quelle lacrime che solo la gioia della Resurrezione condivisa con altri uomini e altre donne riuniti intorno a Cristo, sanno far sgorgare da un cuore che ama la vita, la verità e l’umanità intera. Scrive Ivano Sassanelli
Leone XIV. Prospettive di un papato di opere, fede e miracoli
Un papato al galoppo alla guida di una Chiesa nuovamente baricentro del mondo. È l’impressione che ha lasciato il discorso dell’appena eletto papa Leone XIV. Premessa dell’incisività annunciata del terzo pontificato dall’inizio del secolo. L’analisi di Gianfranco D’Anna