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Ecco come la Cia ha collaborato con i servizi russi a San Pietroburgo

La Cia avrebbe aiutato l’intelligence russa a sventare un potenziale attacco terroristico alla cattedrale di San Pietroburgo, uno dei luoghi più sensibili e importanti per i fedeli cristiani ortodossi.

La notizia è stata diffusa da BBC News con un tweet nella giornata di domenica 17 Dicembre, anticipando possibili dettagli da parte dell’agenzia di spionaggio americana che avrebbe collaborato attivamente con il controspionaggio russo per evitare una potenziale tragedia, la cui entità è ancora parzialmente coperta.
Solo poche note sono state diffuse per sottolineare il peso strategico del lavoro di scambio informativo tra due apparati che notoriamente non comunicano e non collaborano.

A quanto pare, il presidente Putin avrebbe ringraziato telefonicamente Donald Trump per il prezioso e tempestivo intervento della Cia e la notizia segnerebbe una sostanziale svolta su uno dei piani più delicati su cui si gioca la stabilità dell’amministrazione americana, recentemente scossa dalle accuse di eccessiva prossimità alla controparte russa, sia in campagna elettorale che nei mesi successivi all’inaugurazione della presidenza Trump.

Dalle notizie che in questi istanti iniziano a circolare sui media sembrerebbe che l’attacco potesse avere una matrice terroristica e fosse stato orchestrato nei minimi dettagli per colpire in più luoghi simultaneamente.
Diverse esplosioni avrebbero dovuto creare vittime in luoghi simbolo della religione cristiano ortodossa, minacciando anche le istituzioni politiche russe.

Il tempestivo intervento americano rappresenta dunque una sostanziale sponda e un fondamentale aiuto per Putin.
L’atto avrà importanti ripercussioni sia all’interno dell’amministrazione americana che nei rapporti con Paesi alleati e non alleati.

Lo scambio informativo rappresenta uno dei capitoli più delicati per chi è deputato ad assicurare la sicurezza nazionale. La capacità e la volontà di collaborare si traducono in comunità di intenti e strategie. L’antiterrorismo potrebbe essere l’inizio di una via di collaborazione maggiore tra due mondi ancora estremamente lontani e contrapposti.

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