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Amnesie “liberali”. La RAI o la si ama o la si odia. Da SuperQuark all’anti-canone day.

Manifesto dell'anti-canone Day dei Liberali
Manifesto dell’anti-canone Day dei Liberali

Che da tempo nei Liberali ci sia un pò di confusione è cosa ormai nota anche alle pietre. Singolare, tra i centomila movimenti “tutti liberali” (tanto che c’è da pensare che nessuno di questi lo sia visti i tempi che viviamo), l’ultima iniziativa targata PLI (Partito liberale italiano), che, il prossimo 25 settembre a Roma e Milano, ha chiamato “tutti i liberali” (almeno una ventina di movimenti e sigle sparse, con l’aggiunta dei Radicali)        a raccolta, per protestare contro il canone e promuovere la vendita della RAI (a chi nello specifico non è dato sapere leggendo i volantini digitali (nella foto una immagine) che impazzano sulla pagina Facebook del partito).

Premesso che promuovere la vendita della RAI non significa assolutamente nulla è ancora più incredbile l’inutile campagna contro il canone, soprattutto analizzando l’ atteggiamento unico nel suo genere proprio da parte della dirigenza del partito liberale.

Sul tema del canone gli italiani sono divisi in due fazioni: quelli che pagano il canone RAI (visto che è un servizio pubblico) e non si lamentano (come il sottoscritto – tra l’altro liberale per comportamenti concreti di vita e non a parole) e quelli che non lo pagano a prescindere (cui non interessa proprio niente, né in un senso, né nell’altro).

Il PLI e gli amici liberali getteranno nel secchione una giornata andando a cercare di difendere gli interessi di una terza fazione che vive in una isola che non c’è: “quelli che vorrebbero l’abolizione del canone”. Un partito a parte che non esiste se non nell’immaginario collettivo del PLI e di chi ha ideato questa operazione inutile, quanto priva di effetti concreti. A meno di due settimane dall’evento è giusto fare un’analisi “critica” (nel senso di costruttiva) di questa operazione politica.

Fin qui infatti si potrebbe anche discutere se sia giusta o meno l’operazione a firma PLI. Siamo liberali e democratici quindi, in linea di principio, ci si potrebbe anche confrontare dialetticamente. Poi, però, scopro, per caso, che l’attuale segretario del PLI, Giancarlo  Morandi (in attesa del congresso del prossimo autunno) il 7 agosto scorso si è presentato (anche se nelle vesti di presidente del COBAT) in RAI da Piero Angela per parlare a SuperQuark non di principi liberali, ma di progetti legati al Consorzio da lui presieduto. Con una mano quindi (anzi meglio dire: con una faccia) sorride in RAI, in uno dei programmi più visti della rete, a Piero Angela, e porta a casa preziosi minuti di pubblicità/immagine per la struttura che guida da alcuni anni e dall’altra, con la tessera del PLI, attacca la stessa RAI chiedendone perfino la vendita. C’è molta confusione, ripeto, in quel di via Uffici del Vicario (sede del PLI).

Poi mi sono detto: ma di chi sarà stata questa grande idea dell’ANTI-CANONE DAY in salsa liberale? E la risposta è arrivata subito: tra i promotori c’è tale Edoardo de Blasio (comunicatore, esperto di arte e quadro dirigente del partito), che ha, da anni, il “pallino” della politica. Un pallino che l’ha portato anche a candidarsi a sindaco di Roma nel 2013, peccato, però, che proprio chi doveva votarlo (i romani) non abbiano capito (se non poco più di 1500) la sua proposta politica (sarà per una prossima volta – per adesso sul sito del ministero degli interni resta un risultato dello 0,08 per cento). Ci ha riprovato per le Europee. Non come candidato, ma come possibile coordinatore dell’area liberale (peccato però che quest’area non se ne sia accorta). Anche in questo caso l’idea, per esempio, di un logo del PLI, dallo stesso de Blasio perorata con passione nel palazzo dei gruppi parlamentari di via del Vicario (all’interno dell’ufficio del prof. Ichino di Scelta Civica), all’interno di quello di Scelta Europea è durata il battito delle ciglia dell’economista di SC, seduto accanto a lui in una uggiosa mattina di qualche mese fa.

Cose che capitano (di contro sono stati inseriti i loghi di Scelta civica, Centro Democratico e Fare – così per la cronaca). Non tutte le ciambelle riescono con il buco, ma di buchi, verrebbe da dire, è meglio nella vita collezionarne il meno possibile, come per esempio quello del prossimo 25 settembre. Una operazione inutile, per non dire una perdita di tempo, perché la RAI non verrà venduta (almeno non attraverso l’iniziativa dei liberali) e il canone rimarrà lì dov’è adesso, con buona pace di Morandi, de Blasio e del PLI e di “tutti i liberali”.  Anche perché in politica bisogna essere credibili. Non ci si può lanciare in una azione di questo tipo (contro l’azienda pubblica RAI), se prima si va a raccogliere audience e share, seppur per interessi professionali (parlo chiaramente del segretario di partito Morandi che è anche presidente di un consorzio che ha rapporti tv con la RAI) nella stessa azienda che si intende contestare. Siamo all’ABC della coerenza politica o no? Almeno la prossima volta aspettate il 26 settembre per presentarvi in tv. Diciamo che il PLI è da Tapiro di Striscia la Notizia. Chissà che non arrivi proprio in diretta durante la manifestazione. Le vie liberali sono infinite. Prendiamola con un sorriso e un pizzico di ironia, forse è meglio. Anche perché in questo paese quello che manca insieme all’ironia è la critica in ambito politico. Come in questo caso.

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