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Se questo è un padre

Ieri il Papa incontrando l’Associazione famiglie numerose ha stigmatizzato il fatto che l’articolo 31 della Costituzione, quello che parla di “particolare riguardo” alle famiglie numerose, “non trova adeguato riscontro nei fatti. Resta nelle parole”. Una strigliata salutare diretta ad una politica spesso miope nei confronti delle famiglie, che soprattutto se numerose si trovano a dover fare i conti con difficoltà serie, di tutti i tipi. Ma miope anche nei confronti di un fenomeno in forte crescita – anch’esso parte, pur da un’altra angolatura, delle varie problematiche della famiglia – e che sta diventando una vera e propria emergenza sociale. Parliamo di quei padri che, essendo naufragato il loro matrimonio, sono costretti a rivolgersi alla Caritas o alle strutture pubbliche per avere un pasto e un tetto dove dormire, perché dovendo pagare gli alimenti alla ex moglie ed essendo stati privati della casa non hanno di che mantenersi. I numeri, ricorda Avvenire, sono impressionanti: “Secondo gli ultimi dati, in Italia i padri separati ridotti in povertà sarebbero almeno un quarto degli oltre ottocentomila uomini che, negli ultimi dieci anni, hanno visto naufragare i loro progetti familiari”. Uomini ridotti in povertà, e prima ancora calpestati nel loro ruolo di padri da un mix micidiale di leggi sbilanciate a favore della donna vista sempre e comunque come la vittima o la parte debole, e di una cultura anti-padre che negli ultimi decenni ha fatto strame del principio di autorità con il conseguente svilimento della paternità. Al punto che non da oggi sono in molti coloro i quali hanno denunciato come nella nostra opulenta ed evoluta società a stento ormai si trovino tracce della figura paterna. E’ dai tempi del ’68 e dintorni che il padre sembra non avere più diritto di cittadinanza. La lotta contro il principio di autorità, il cardine della protesta sessantottina, ha infatti investito in pieno il ruolo del padre, che dell’autorità è sempre stato uno dei simboli forti. E forse non è un caso se già da tempo cominciano ad apparire riflessioni autocritiche di quel pensiero che di fatto ha scardinato la famiglia. Quella che un tempo era la parola d’ordine, il mitico “proibito proibire”, ora non è più così scontata. I più attenti studiosi, anche se in netta minoranza, sottolineano l’importanza di saper dire “no”, di non essere semplicemente un “amico” dei figli. Insomma, di tornare a fare il padre: magari moderno quanto si vuole, ma che è e resta il padre. Mestiere peraltro difficilissimo, aggravato oltretutto dal fatto che mentre nella donna è inscritta la maternità, la paternità non è affatto un attributo naturale dell’uomo. Tuttavia c’è un estremo bisogno di padri. E sottolineo: di padri maschi e di madri femmine, ciascuno con il suo ruolo. Esistono tendenze e gruppi di pressione, come quello cui fa capo l’ideologia di gender, che vorrebbero imporre altri modelli di famiglia, ma non ci vuole un genio per capire che le conseguenze sarebbero disastrose. Se già può essere un trauma per un bambino adottato scoprire che il suo padre naturale è un altro, figuriamoci che shock può avere un ragazzo che un giorno venisse a sapere che il padre non l’ha mai avuto, magari perché due belle signore hanno deciso di avere un figlio acquistando il seme alla banca dello sperma. Del resto, è proprio l’assenza della figura paterna che spiega come e perché molti ragazzi non hanno spina dorsale, sono fragili, capaci di suicidarsi per un quattro in pagella o di uccidere senza pietà quando non ottengono quello che vogliono perché nessuno gli ha mai spiegato come funziona il mondo. Incalzati da una pseudo cultura libertaria, in nome della quale i figli dovrebbero crescere senza costrizioni di sorta, senza vincoli alla loro libera espressione, abbiamo cresciuto una generazione di ragazzi assai fragili, facilmente influenzabili e soprattutto, eternamente fanciulli. Crescere significa confrontarsi con la realtà, la quale spesso e volentieri è ben diversa da come uno se l’immagina. La vita è bella proprio perché in essa c’è tutto, gioia e dolore, successo e fallimento, allegria e tristezza. E prima inizia il confronto, meglio è. In questa prospettiva il padre ha una funzione di straordinaria importanza nella famiglia, poiché agli occhi dei figli rappresenta la porta d’accesso al mondo reale, a volte larga altre volte necessariamente stretta. Ma di questo passo tra poco ci toccherà innalzare un altro monumento: al Padre Ignoto.

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