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Gabriel riconfermato alla guida della SPD

Ho seguito in questi giorni lo svolgimento dei lavori del Bundestparteitag dell’SPD. Vi risparmio la parte burocratico-procedurale che invece è stata per me molto interessante. Faccio presente, per amiche e amici impegnati in politica, che il congresso dell’SPD, che si tiene ogni due anni, era tenuto in questi giorni a deliberare su 900 pagine di proposte provenienti dai “Gruppi di Lavoro” (AG), dai Circoli, dai “tavoli degli esperti”(FA) di tutta la Germania. Un lavoro serio di partecipazione e inclusione di tutte le strutture del partito. 

Ciascuno faccia i paragoni che reputa necessari. Arrivo però alla rielezione di Sigmar Gabriel come Presidente dell’SPD. Ogni due anni l’SPD conferma il suo Leader. Due anni fa Gabriel ha ottenuto circa l’84% del sostegno dei delegati (gli unici che possono votare, altro che primarie apertissime). Oggi, invece, ha ottenuto il 74%. Visibilmente deluso dall’esito, che a noi appare invece strabiliante, ha ironizzato dicendo che qualcuno si è dimenticato degli applausi fatti poco prima al suo discorso: una ovazione e un fiume di applausi durato diversi minuti. Infatti, si aspettava qualche cosa di più dell’esito di due anni fa.

Non ritorno qua su una discussione che ho approfondito in altri articoli proprio qua su formiche gli scorsi giorni. Riprendo solo un concetto: serve più sinistra nei partiti socialdemocratici. Le scelte di questi anni hanno penalizzato l’SPD nei sondaggi, come ammesso da Gabriel stesso, ma anche la sua stessa leadership ne ha risentito pesantemente. Per l’SPD l’esito è negativo, malgrado la chiara riconferma.

Le scelte politiche compiute da Gabriel e dal gruppo dirigente, così come dalla frazione parlamentare, non hanno convinto iscritte ed iscritti e a differenza di altri luoghi, qui il dissenso conta molto e viene preso seriamente proprio dalla dirigenza.

Vedremo cosa farà Gabriel per riconquistare, se riuscirà, la fiducia di una buona parte del suo partito. E delle elettrici e degli elettori, sempre più critici e insoddisfatti.

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