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Il surreale affaire “Sarri-Mancini”

Nella (un po’ surreale) querelle tra Maurizio Sarri e Roberto Mancini i giornali (non solo quelli sportivi) si comportano con i lettori come quell’anziano rabbino da cui erano andati due uomini per dirimere una contesa. Ascoltato il primo, il rabbino dice: “Hai ragione”. Ascolta il secondo, e gli dice: “Hai ragione anche tu”. Allora la moglie del rabbino, che stava origliando alla porta, urla: “Ma non possono avere ragione tutti e due!”. Il rabbino ci pensa, annuisce e conclude: “Anche tu hai ragione”.

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Volendo dare (non senza fatica) un quarto di nobiltà alle ragioni poltico-culturali che spingono la minoranza del Pd a fare fuoco e fiamme contro l’Italicum e la riforma del Senato, esse si possono riassumere così: Matteo Renzi rischia di rendere definitivamente irrilevante il ruolo storico della sinistra italiana (presidio della democrazia e della Carta del 1948) perché ha aderito acriticamente al paradigma della governabilità e del primato dell’impresa sul lavoro. In “discorde amicizia”, mi sia pemesso osservare che forse è vero esattamente il contrario: il crepuscolo della sinistra è in buona misura attribuibile a una certa inclinazione per esecutivi endemicamente litigiosi e ad una mai sopita avversione nei confronti del mercato. Basta leggere in modo onesto la vicenda repubblicana dell’ultimo ventennio per rendersene conto. Mi sia consentito di aggiungere, inoltre, che è troppo comodo accorgersi del presunto “tradimento” del rottamatore dopo che i buoi sono scappati dalla stalla. Perché si sapeva da lungo tempo che la sinistra domestica era rimasta chiusa nei confini della politica novecentesca, senza comprendere che si stavano imponendo nuovi modelli di vita, nuovi comportamenti umani e civili, una nuova concezione dell’individuo irriducibile all’ideologia del vecchio (ancorché glorioso) partito di massa.
Ebbene, se oggi è difficile “essere di sinistra” ci saranno pure delle responsabilità comuni: degli intellettuali, che hanno lisciato il pelo ai leader di turno; dei gruppi dirigenti, che si sono riprodotti secondo logiche autistiche e che hanno badato soltanto a preservare le proprie rendite di posizione e interessi corporativi. Insomma: fare le pulci a una sinistra che non piace, o che addirittura si pensa che non ci sia più, è un gioco da ragazzi. Ma nessuno di quanti ne hanno fatto parte ha oggi il diritto di chiamarsi fuori come se ci fosse capitato per caso o di controvoglia.

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