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Un omaggio a Beat Furrer al Festival di Salisburgo

Ogni anno il Festival Estivo di Salisburgo ha una sezione monografica dedicata ad un grande compositore contemporaneo. Quest’anno è la volta di Beat Furrer, nato in Svizzera nel 1954 ma diventato un caposcuola di musica minimalista in Austria. Ha fondato a Vienna il Klagenforum Wein – la principale associazione austriaca di musica contemporanea (l’equivalente, per intenderci dell’italiana Nuova Consonaza) e l’Ősterrichisches ensemble fűr nueu musik, complesso di stanza a Salisburgo per i quattro concerti dedicati a Furrer, il quale ha, naturalmente presenziato la manifestazione.

Beat Furrer è un compositore di livello internazionale, molto noto anche in Italia dove i suoi lavori vengono eseguiti non solamente in manifestazioni di musica contemporanea ma anche in stagioni concertistiche come quella della romana Istituzione Universitaria dei Concerti (IUC). Ovviamene è molto più eseguito nel mondo di lingua tedesca.

Compone di norma musicale strumentale con interventi vocali. Negli ultimi anni ha mostrato un crescente interesse per il teatro in musica e per l’opera lirica con lavori come Die Blinden (I Ciechi), un grande successo alla Staastoper di Vienna nel 1989. La prima esecuzione mondiale di una sua nuova opera è programmata per la prossima stagione alla Staasoper under Den Linden a Berlino.

L’omaggio tributato dal Festival di Salisburgo a Furrer è un ciclo di concerti: tre nella grande barocca Kollegienkirche (la cappella dell’università) ed uno al Mozarteum. Il primo ed il quarto includono esecuzioni di opere in forma di concerto: Begehren e Xenos-Szenen, due lavori basati sul mito di Orfeo ed Euridice, con testi di grandi poeti (Virgilio, Ovidio, Broch, Pavese, Eich). Il tema principale di Furrer è la separazione tra due persone, la sofferenza per la perdita dell’amato/a e la incomunicabilità nella vita di coppia. Il suo stile è il minimalismo calligrafico seguito anche da alcuni autori contemporanei italiani. Le separazioni ed il minimalismo calligrafico renderebbero la sua musica perfetta per i film di Michelangelo Antonioni degli anni Sessanta (L’Avventura, L’Eclisse).

Dato il mio programma a Salisburgo, ho assistito al terzo dei quattro concerti il 2 agosto. Due composizioni molto note di Furrer (cold and calm and moving: e Gaspra) erano integrate con due lavori di Klaus Huber – 1924-2017 – suo maestro ed amico (Das Dichters Pflug- L’Aratro che fa Girare il Tempo e L’ombre de notre âge).

Sia Furrer sia Huber sono minimalisti e le loro composizioni sono per complessi relativamente piccoli. Ad esempio, in “cold, calm and moving”, il flauto, l’arpa ed un trio d’archi danno il senso del tempo preso in prestito tramite una serie di frammenti e ripetizioni di note. In Gaspra (nome di un asteroide), il flauto, il clarinetto, il flauto basso, il piano ed il trio d’archi esplorano i sussurri dell’universo ed il rumore del respiro.

Caldi applausi da un pubblico, con molti giovani, specializzato in musica contemporanea.

Foto: © Salzburger Festspiele / Marco Borrelli

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