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Potenze in competizione e minacce alla sicurezza. La relazione annuale dei Servizi

Il terrorismo jihadista è tutt’altro che sconfitto e in Italia “non c’è rischio zero” nonostante l’ottima prevenzione; l’immigrazione resta un problema globale anche perché in futuro ci sarà quella terrestre dall’Asia; si continua a monitorare la situazione libica e il quadrante saheliano, “presidio per la sicurezza dell’Italia”. Sono alcuni dei punti sottolineati dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (che ha mantenuto la delega all’intelligence), presentando la relazione annuale dei servizi segreti al Parlamento. Conte ha ribadito la “scelta europea e atlantica” come collocazione internazionale dell’Italia definendo inoltre il comparto intelligence uno “strumento di pace” perché, nonostante le numerosissime crisi internazionali, bisogna “abolire le soluzioni militari”. Sul tema cyber, cui la relazione destina una corposa sezione alla quale ha fatto cenno Conte, riferiamo a parte. Sono significative anche le poche righe dedicate all’estremismo di destra in coda alla relazione: un attivismo definito razzista e xenofobo contro gli stranieri che preoccupa perché potrebbe aumentare in vista delle elezioni europee.

Della minaccia globale, anche a causa della “competizione socioeconomica mondiale”, ha parlato il generale Gennaro Vecchione, direttore del Dis, presente con i direttori dell’Aisi, Mario Parente, e dell’Aise, Luciano Carta. Vecchione, tra l’altro, ha spiegato che l’anno scorso sono state bloccate manovre speculative in danno del debito sovrano e dell’euro. In platea, con i ministri Elisabetta Trenta e Alfonso Bonafede, c’erano anche i membri del Copasir con il presidente, Lorenzo Guerini, e il vicepresidente, Adolfo Urso.

GLI SCENARI GEOPOLITICI

La situazione internazionale offre numerosi spunti di preoccupazione, a cominciare dalla competizione economica e tecnologica tra i grandi Paesi. Stati Uniti, Russia e Cina stanno costringendo il resto del mondo a schierarsi o ad adeguarsi. La relazione dei servizi sottolinea che Pechino e Mosca sono determinate “ad acquisire o a riconquistare un ruolo di assoluta centralità” e per l’Italia devono essere entrambi “interlocutori imprescindibili” per tutelare i nostri interessi e cogliere opportunità di sviluppo. Da un lato non esistono aree del pianeta dove l’influenza della Cina “non sia consolidata o non risulti in rapido incremento”, dall’altro l’attivismo della Russia si sta estendendo ai Balcani, all’Africa, al quadrante Afpak (Afghanistan-Pakistan), al sud-est asiatico.

L’Italia, intanto, deve guardare al Mediterraneo allargato e all’Africa. In Libia lo scontro si sta ampliando oltre la contrapposizione tra Tripoli e Tobruk e l’intelligence sta monitorando i vari gruppi armati presenti, dalle zone costiere alle tribù del Fezzan. A difesa degli interessi nazionali, è controllata in particolare l’area della mezzaluna petrolifera, il cosiddetto Oil Crescent. Inoltre, attenzione particolare viene riservata al quadrante saheliano e agli sviluppi locali in Mali, Niger, Gambia e Nigeria, a supporto dell’azione italiana nell’ambito di missioni internazionali o bilaterali.

TERRORISMO INTERNAZIONALE

Anche l’anno scorso l’attenzione dei servizi sul terrorismo jihadista è stata massima, con intenso scambio di informazioni con gli alleati e, in Italia, all’interno del Casa, il Comitato di analisi antiterrorismo. Il web è sempre un pericolo sia per la diffusione della propaganda estremista con appelli ai lupi solitari, sia per veicolare messaggi antioccidentali con minacce all’Italia e al Vaticano. Nella relazione si cita l’arresto di un ventiduenne egiziano il 21 novembre a Milano come esempio di “jihadismo della tastiera”, diviso da un “sottile confine” da quello attivo. Quel ragazzo frequentava forum jihadisti e si diceva pronto a combattere. In Italia resta invece il pericolo dei “radicalizzati in casa”, un bacino definito “sempre più ampio e sfuggente” che rende determinante la prevenzione.

I FOREIGN FIGHTER

Sono saliti a 138 l’anno scorso i combattenti in qualche modo collegati all’Italia, aumentati dai 129 del 2017 per l’individuazione di casi risalenti agli anni precedenti mentre non ci sono state nuove partenze. Difficile fornire una cifra esatta dei combattenti e dei foreign fighter oggi in Siria e in Iraq: si parla di 18mila unità di cui 8mila stranieri tra i quali 2.600 europei dell’area Schengen e 500 balcanici. Sarebbero tornati in 1.700, di cui 400 nei Balcani, ma la relazione sottolinea un dato che gli investigatori ripetono da tempo: non è tanto pericoloso il numero quanto il profilo dei “returnees” perché ci sono soggetti con esperienza di guerra, di armi ed esplosivi e possono aumentare il proselitismo. L’Isis, anche se più debole, resta comunque in grado di ispirare attacchi in Europa “suggerendone autori e modi”. Inoltre, diffonde la minaccia dell’uso di droni, facilmente reperibili e modificabili, e di sostanze chimiche tanto che nel canale tv “al Saqri Institute of War Science” viene spiegato dettagliatamente come usarle. Nello stesso tempo, preoccupa un possibile ritorno di al Qaeda approfittando dell’indebolimento dello Stato islamico.

IMMIGRAZIONE

Il drastico calo degli sbarchi, con una flessione di oltre l’80 per cento, è dipeso dalla Guardia costiera libica che ha rafforzato le proprie capacità e dai maggiori controlli a sud della Libia, “specie in territorio nigerino”, con quella che nella relazione è definita “strategia del presidio avanzato” condivisa con l’Ue. Dal punto di vista dell’intelligence, controllare l’immigrazione significa prevenire eventuali infiltrazioni terroristiche: i flussi migratori sono stati utilizzati in “modo sporadico e non strutturale” (due gambiani addestrati in Libia furono arrestati l’anno scorso a Napoli), altra cosa invece sono gli sbarchi occulti o sbarchi fantasma, specifiche tratte soprattutto dalla Tunisia. Connesse al fenomeno sono le reti criminali che fanno affari e organizzazioni dedite alla falsificazione dei documenti, soprattutto nel Balcani e in Campania. In generale, la criminalità organizzata tenta di inserirsi nel circuito dell’accoglienza per intercettare i finanziamenti pubblici.

Nel suo intervento Conte ha insistito sul fatto che l’Italia è stata lasciata sola anche se “nessuno può chiudersi nel proprio orticello” perché, quasi chiusa la rotta del Mediterraneo centrale, sono aperte quelle del Mediterraneo orientale e occidentale e, in prospettiva, si attiverà la rotta terrestre dall’Asia.

LA SICUREZZA ECONOMICO-FINANZIARIA

È un tema di cui si parla poco, eppure è determinante per la sicurezza e la stabilità dell’Italia. L’intelligence ha individuato azioni per rubare (la relazione usa il termine educato di “esfiltrare”) tecnologia e know-how e un costante spionaggio industriale in danno delle imprese italiane. Operazioni raffinate hanno visto la marginalizzazione di manager italiani, anche nell’ambito di partnership o joint venture, fino ad azioni di influenza attraverso consulenti o manager “fidelizzati”. I servizi segreti hanno inoltre difeso il sistema finanziario bloccando manovre speculative in danno del debito sovrano e dell’euro. Non sono mancate azioni illecite con l’uso della tecnologia blockchain o delle criptovalute per finanziare il terrorismo o per l’evasione fiscale.

L’ESTREMISMO INTERNO E IL RISCHIO RAZZISMO

L’anarco-insurrezionalismo si conferma il maggiore pericolo interno, dimostrato dalle recenti operazioni a Torino e a Trento. C’è una tendenza crescente alla radicalizzazione diffondendo documentazione con obiettivi da colpire grazie anche a contatti, di persona o sul web, con analoghe realtà di altri Paesi. Più ristretto il mondo dell’estremismo marxista-leninista che prova a riprodurre il linguaggio brigatista mentre la galassia antagonista tenta di mobilitare la popolazione straniera. Anche l’ultradestra si conferma attiva e legata a omologhe formazioni estere. Gli estremisti di destra hanno agito in particolare contro certe politiche migratorie, un attivismo “di impronta marcatamente razzista e xenofoba” che potrebbe aver concorso a ispirare episodi squadristi e soprattutto, teme l’intelligence, potrebbe conoscere un inasprimento con l’approssimarsi delle elezioni europee di fine maggio.

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