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Vi racconto Europa in Comune, un’alleanza contro i populismi. Parla Pizzarotti

Pizzarotti

Nasce Europa in Comune, una formazione pronta per le europee che verrà presentata ufficialmente con tanto di nuovo logo il prossimo 7 aprile a Firenze. Un’alleanza “contro i populismi” che mette assieme l’esperienza di +Europa di Benedetto Della Vedova e Emma Bonino e Italia in Comune, la formazione politica guidata dal sindaco di Parma, Federico Pizzarotti che in questa intervista a Formiche.net traccia le linee programmatiche per quello che non sarà solamente un contenitore elettorale per le prossime elezioni, ma che punta ad avere un ruolo anche nelle amministrative. “Mettiamo al centro l’Europa – dice – affinché gli italiani capiscano che si possono cambiare, e in meglio, le sorti dell’Unione, a partire dai temi della sostenibilità e dell’ambiente, partendo dai territori, dalle esperienze dei sindaci. Queste elezioni si vincono con la speranza e non con la volontà di mettere barriere”.

E la soluzione è un patto con +Europa?

Le amministrative di maggio ci vedranno andare insieme e collaborare con +Europa che ha dei valori comuni insieme a noi. Pensiamo di poter contribuire con la nostra esperienza sui territori, che possiamo davvero essere una novità positiva nel panorama politico delle prossime settimane. Lo ribadisco: per vincere queste elezioni serve convincere le persone che l’Europa rappresenta un valore aggiunto. A chi auspica, ad esempio, di tornare alla lira per tornare padroni del proprio destino dico che così si torna padroni soltanto della propria povertà.

Con i Verdi invece si è chiuso il dialogo?

Sì, nella misura in cui non è stato possibile avere un’alleanza del “tutti insieme”. Noi ci abbiamo provato, siamo stati il collante di questo tentativo, ma alla fine non essendoci stata la volontà di rimanere insieme il nostro direttivo ha fatto una scelta molto chiara. Non abbiamo nulla da recriminare rispetto al percorso fatto fino ad oggi.

Il vostro progetto potrebbe interessare anche qualche deluso del M5S?

Da sempre anche in termini locali con le liste civiche non parlo mai ai delusi di questo o quel movimento, ma a tutti i cittadini interessati ad un attivismo civico per migliorare la politica, partendo proprio dalla realtà dei territori. Non mi interessa convincere i delusi di qualcuno ma parlare a tutti, siamo un progetto inclusivo.

Ma dove sta sbagliando il Movimento di cui lei è stato un primo rappresentante?

Certamente nelle competenze. Quando un unico fattore dirimente per essere scelto nei luoghi di potere non è la competenza ma la fedeltà ed essere allineati a quello che dice il capo politico è evidente che non si va a premiare le persone che poi sanno rispondere alle problematiche quotidiane dei cittadini. Quello che accade è sotto gli occhi di tutti: si punta molto di più al consenso, all’immediatezza, piuttosto che ad andare a fondo su quello che si deve fare.

E con Calenda perché non c’è stata questa convergenza?

Con +Europa ci sono tanti punti di contatto e credo che questa alleanza sia un giusto equilibrio rispetto al listone proposto da Calenda. Perché non basta unirsi contro qualcosa ma per un’idea e la nostra è un’alleanza propositiva, per convincere le persone di quanto ci sia bisogno di Europa. E il listone, inoltre, avrebbe forse troppo annacquato le varie identità.

Ecco, ma lei scende in campo? Si candiderà?

Ho la salda volontà di concludere il mio mandato a Parma, ma c’è da tener conto della dimensione nazionale del movimento, valuteremo… Chi vivrà vedrà.

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