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Ecco come l’attivismo di Macron nel Mediterraneo umilia l’immobile Italia

Di Gabriele Carrer

Una nota di Palazzo Chigi racconta il premier Giuseppe Conte «preoccupato» dalla situazione in Medio Oriente dopo l’uccisione, per mano statunitense, di Qassem Soleimani, generale iraniano a capo della Forza Quds e uno dei più potenti uomini in Medio Oriente.

L’invito è a una non ben precisata soluzione europea. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, invece, prima spiega che l’uso della forza “ha sempre provocato ulteriore destabilizzazione ed effetti devastanti sia sul piano umanitario, sia su quello migratorio”, poi tira acqua al suo mulino sottolineando che “in primavera, in Italia, ospiteremo la riunione della coalizione anti-Daesh” perché “in quella regione la nostra priorità è e resta la lotta al sedicente Stato Islamico”.

Ma mentre il nostro governo balbetta, forse anche vista la Iranian connection del Movimento 5 stelle, c’è chi si muove evitando appelli come quelli di Conte e del predecessore Massimo D’Alema a fantomatiche missioni europee.

È la Francia di Emmanuel Macron, che già in estate – prima durante il G7 a Biarritz poi in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York – aveva cercato di ritagliarsi un ruolo di mediatore tra il presidente statunitense Donald Trump e quello iraniano Hassan Rouhani.

A sottolineare l’impegno francese alla de-escalation in Medio Oriente è un diplomatico di Parigi, Raphaël Justine, che all’ambasciata di Washington si occupa dell’area Mena. Su Twitter ha evidenziato due elementi. Il primo: Il presidente Macron ha parlato con gli omologhi Vladimir Putin della Russia, Recep Tayyip Erdogan della Turchia, Barham Salih dell’Iraq oltre al principe ereditario emiratino Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Il secondo: il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian ha avuto colloqui con il segretario di Stato americano Mike Pompeo e le controparti tedesca, britannica, cinese, saudita ed europea.

Ci sono tre elementi da evidenziare dal tweet del diplomatico francese. Il primo: reputa Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, un parigrado del ministro Le Drian. Il secondo: alla luce del primo elemento, Parigi è intenzionata a scavalcare la politica estera europea, perfino quella tedesca. Il terzo: gli appelli italiani alla soluzione europea sembrano essere stati seppelliti in poche ore.

L’aveva detto il professor Giulio Sapelli a Formiche.net poche ore fa. L’ha confermato un diplomatico francese di alto rango. Parigi vuole sostituirsi a Washington in Medio Oriente. E per farlo ha già attivato la sua macchina diplomatica, scavalcando i partner europei e lasciando l’Italia con il cerino in mano.

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