Com’è cambiato nel corso dei mesi il consenso nei confronti della leader di Fratelli d’Italia? Dopo una crescita notevole nei sondaggi, l’inchiesta di Fanpage ha fatto registrare una battuta d’arresto a Meloni, ma non per le ragioni che si potrebbe pensare. L’analisi di Domenico Giordano di Arcadia
Da inizio anno e per buona parte del mese di settembre, almeno fino alla terza settimana della campagna elettorale per le amministrative, in rete il mood degli utenti nei confronti di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha conservato una media mensile del 35,39%, con i picchi di febbraio dove tocca il mood arriva al 39% dopo l’insediamento di Mario Draghi a Palazzo Chigi e la scelta di collocarsi all’opposizione del governo, e di maggio, con un 38% legato questa volta alle posizioni di contrarietà alle norme del Ddl Zan che aveva condizionato e polarizzato il dibattito online.
È con questa dote di attenzione da parte degli utenti, cristallizzatasi nei mesi precedenti anche nelle intenzioni voto registrate settimanalmente dai sondaggi, che Meloni da un lato è pronta a lanciare l’Opa politica alla leadership di Salvini e del centro-destra, e dall’altro si catapulta nella campagna elettorale da Roma a Napoli.
A questo primo calo se ne aggiunge un secondo, ancora più netto rispetto al primo, quando la finestra temporale si apre e si chiude dal 7 al 12 ottobre e tiene dentro tutto ciò che in rete è stato scritto e postato a proposito della manifestazione dei NoGreenPass di Roma di sabato scorso e in particolare con l’assalto da parte di diversi gruppi legati al mondo della destra più estrema alla sede della Cgil.
Una riduzione di poco meno di un terzo, quindi nient’affatto da sottovalutare visto anche il breve lasso di tempo nel quale il calo si è manifestato, rispetto alla media annuale. Il raffreddamento della polarizzazione on line è causato dalla perdita di priorità da parte dei dei temi classici sui quali la Meloni ha saputo costruire il suo posizionamento sovranista e al ribaltamento dell’agenda degli argomenti che invece è adesso trainata dalla dicotomia fascismo versus antifascismo.