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Blitz delle forze Usa in Siria. Ucciso il capo dell’Isis

Il leader al-Qurayshi eliminato a pochi chilometri dal luogo in cui fu liquidato il suo predecessore, al-Baghdadi. Era la mente della “strategia africana” del gruppo

Durante un’operazione nel Nord della Siria, l’esercito statunitense ha “eliminato dal campo di battaglia” Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi (vero nome: Amir Mohammed Abdul Rahman al Mawli al Salbi), leader dello Stato islamico e mente della svolta del gruppo jihadista verso l’Africa centro-settentrionale, dove le istanze baghdadiste hanno più spazi per l’attecchimento. Lo ha annunciato il presidente statunitense Joe Biden, che ha ordinato l’operazione per “proteggere il popolo americano e i nostri alleati – e per rendere il mondo più sicuro”.

Il blitz, condotto dalle forze speciali, è durato due ore e ha interessato il villaggio di Atmeh vicino al confine con la Turchia, un’area costellata da campi profughi siriani. Secondo i media statunitense l’operazione avrebbe causato la morte di 13 persone, tra cui sei minori e quattro donne.

Tutti i soldati americani sono sani e salvi, ha precisato. Secondo fonti dell’amministrazione Biden citate dal New York Times, al-Qurayshi è morto facendo detonare una bomba che aveva addosso.

L’operazione statunitense nel Nord della Siria è stato il raid più grande nella provincia dall’attacco che nel 2019, con Donald Trump alla Casa Bianca, che portò all’uccisione del precedente leader dello Stato islamico, Abu Bakr al-Baghdadi, freddato in un villaggio a una trentina di chilometri di distanza.

Quella zona è considerata tradizionalmente qaedista: lì Hayat Tahrir al-Sham (ex Jabhat al-Nusra) faceva da collante con i gruppi ribelli siriani che si oppongono ancora al regime assadista (e quindi alle forze russe e iraniane al loro fianco).

La presenza di al-Qurayshi e del suo predecessore in quell’area potrebbe dunque far pensare a una qualche saldatura, a una qualche forma di protezione offerta da gruppi che consideravano lo Stato islamico un rivale. 

Il raid è anche una dimostrazione di forza degli Stati Uniti che, a differenza per esempio della Russia, continuano a eliminare i leader della jihad. Ecco cosa ha scritto in merito Emanuele Rossi su Formiche.net.

Gli Stati Uniti con il raid siriano comunicano altrettanta capacita operativa: mentre le tensioni nell’Europa orientale crescono, Washington ha schierato due gruppi da battaglia nel Mar Cinese Meridionale, ha inviato rinforzi agli Emirati Arabi Uniti finiti sotto attacco dei ribelli yemeniti Houthi, ha inviato forze speciali in Siria. Ossia, si muove contemporaneamente su teatri diversi e con complessità diverse.

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