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In Ucraina è cambiato il mondo. La sveglia Ue alla Cina

A pochi giorni dal vertice con Pechino, i 27 parlano di “nuovo contesto globale” sottolineando “l’aggressione militare russa”. Avviso a Xi, che forse teme di essere trascinato nell’isolamento internazionale in cui l’Occidente sta spingendo Putin

Poche righe nell’ultima pagina delle conclusioni del Consiglio europeo del 24-25 marzo fotografano nitidamente la stato delle relazioni tra Unione europea e Cina. “Il Consiglio europeo ha preparato il vertice Ue-Cina che si terrà il 1° aprile 2022. Ha discusso le relazioni con la Cina nel nuovo contesto globale, in particolare l’aggressione militare russa contro l’Ucraina”.

Come già osservato su Formiche.net alla vigilia del Consiglio europeo sulla base delle bozze delle conclusioni, la frase chiave è il “nuovo contesto globale” ed è anche il frutto del rafforzato asse transatlantico certificato dalle diverse intense, dal gas ai dati, raggiunte in occasione della visita del presidente statunitense Joe Biden per partecipare come alla riunione dei 27 leader dell’Unione europea e ai summit Nato e G7.

Come detto, Washington vuole spingere gli alleati europei a minacciare “conseguenze” nel caso in cui Pechino desse sostegno a Mosca, sia militare sia economico (con strumenti per aggirare le sanzioni occidentali, per esempio). Il presidente Biden l’ha spiegato anche alla fine del vertice Nato. “Ho avvisato, non ho minacciato” il leader cinese Xi Jinping: “Ho detto chiaramente che se dovesse procedere con qualche tipo di supporto si metterebbe in grossi guai”, ha aggiunto. “Penso che la Cina abbia capito che il suo futuro economico sia molto più legato all’Occidente che alla Russia e sono fiducioso che non verrà coinvolta nel conflitto”.

I toni degli Stati Uniti sembrano essersi abbassati rispetto a qualche settimana fa, in particolare dopo l’incontro a Roma tra Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, e Yang Jiechi, membro del politburo del Partito comunista cinese e direttore dell’ufficio della commissione Esteri. Il tutto, nonostante le ambiguità della Cina, i cui organi di propaganda continua a puntare il dito contro l’Occidente a spingere sullo scontro tra modelli, democrazie contro autocrazie.

Ma la posta in gioco per Pechino con Bruxelles è alta – tanto che nei giorni scorsi Qin Gang, ambasciatore cinese negli Stati Uniti, si è affrettato a spiegare che la partnership “senza limiti” siglata da Cina e Russia “ha una linea di fondo”, costituita “dai principi della Carta delle Nazioni Unite”. Sono ormai tanti i contenziosi aperti tra Unione europea e Cina: le sanzioni cinesi contro il Parlamento europeo, la rappresaglia cinese contro la Lituania e il congelamento dell’accordo sugli investimenti firmato alla fine del 2020. L’appuntamento del 1° aprile è visto a Pechino come l’occasione per rilanciare il dialogo con Bruxelles.

La guerra in Ucraina potrebbe aver allontanato Unione europea e Cina. Ma c’è un elemento da non sottovalutare: Pechino potrebbe temere di finire trascinata giù da Mosca nell’isolamento internazionale. L’agenzia Reuters ha rivelato che il gruppo statale cinese Sinopec, il più grande d’Asia nel settore petrolifero, ha congelato i colloqui per un importante investimento petrolchimico in Russia. La Cina si è più volte espressa contro le sanzioni ma “dietro le quinte sta spingendo le aziende a procedere con cautela con gli investimenti in Russia, che è il suo secondo fornitore di petrolio e terzo fornitore di gas”.

È su questo che Unione europea e Stati Uniti vogliono fare leva sulla Cina. In questo senso, va sottolineato un tentativo di disgelo tra India e Cina, due Paesi che non hanno condannato l’invasione russa. Il cessate il fuoco immediato in Ucraina è l’obiettivo comune, ha dichiarato Subrahmanyam Jaishankar, ministro degli Esteri di Nuova Dehli, dopo il colloquio avuto con l’omologo Wang Yi, in una visita ufficializzata solo all’ultimo momento, la prima dopo due anni di tensioni e di scontri militari con vittime lungo il confine himalayano.

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