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Dasvidaniya, Mosca. Perché Intesa Sanpaolo chiude in Russia

L’istituto guidato da Carlo Messina ha deciso di fermare le operazioni a Mosca. L’uscita effettiva potrà avvenire nel giro di alcuni mesi. Ecco numeri e uomini 

Intesa Sanpaolo ha deciso di chiudere il proprio ufficio di rappresentanza a Mosca. Lo conferma un portavoce del gruppo, commentando l’indiscrezione riportata dal Messaggero.

UNA DECISIONE STORICA

Quella di Carlo Messina, consigliere delegato e amministratore delegato della banca, è una decisione storica. Con l’ordine di servizio 40/2023 del 31 luglio, decorrenza 1° agosto, secondo quanto risulta al Messaggero, è stata disposta “la chiusura dell’ufficio di rappresentanza di Mosca” facente capo a Imi Cib international network. E ancora: “La piena attuazione delle disposizioni organizzative sopra riportate avverrà attraverso la graduale realizzazione dei necessari interventi operativi e procedurali”. Significa che l’uscita effettiva potrà avvenire nel giro di alcuni mesi.

I NUMERI

Come racconta il Corriere della Sera, l’impatto sul personale è quasi nullo trattandosi di numeri molto contenuti. “L’istituto ha infatti reagito rapidamente dopo l’invasione di Luhansk e Donetsk, nel dettaglio l’esposizione cross-border verso la Russia è passata dai 3,3 miliardi di euro al 30 giugno 2022 a 700 milioni di euro allo scorso 30 giugno. In un solo anno, si è ridotta del 77% e nessun nuovo finanziamento è stato erogato né sono stati realizzati nuovi investimenti. A livello locale, gli impieghi di Banca Intesa Russia alla clientela (al netto degli accantonamenti) sono passati da 400 milioni di euro al 30 giugno 2022 a 100 milioni di euro al 30 giugno 2023, registrando una riduzione del 66% e dimezzandosi trimestre dopo trimestre”.

DASVIDANIYA, FALLICO

Il numero uno della sede di rappresentanza e plenipotenziario di Intesa Sanpaolo in Russia nonché presidente di Banca Intesa Russia è Antonio Fallico (nella foto, ndr), sbarcato a Mosca negli anni Settanta, ai tempi di Leonid Breznev. Il manager, 78 anni, è anche console onorario della Federazione Russa a Verona e fondatore dell’Associazione Conoscere Eurasia che promuove Forum Economico Eurasiatico di Verona che l’anno scorso è stato obbligato a trasferirsi a Baku, capitale dell’Azerbaijan, per ospitare i fedelissimi del Cremlino sanzionati per l’invasione russa dell’Ucraina.

NEL MIRINO DEGLI HACKER FILORUSSI

Ieri l’istituto era finito nel mirino degli hacker filorussi. Oggi è il terzo giorno di attacchi informatici da parte di NoName057(16), non nuovo a offensive contro l’Italia. Dopo i trasporti colpiti lunedì e le banche (compresa Intesa Sanpaolo) ieri, oggi è toccato ad a Comuni, banche e anche alcune testate giornalistiche tra cui Ansa, Corriere della Sera, MilanoFinanza e Panorama. L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha avvisato, dai primi segnali di attacco, intorno alle 8.30 di questa mattina, gli obiettivi dell’offensiva hacker del gruppo filorusso rivolta verso alcuni siti giornalistici e anche istituzionali, come il Comune di Palermo e il portale trasparenza della Regione Sicilia, nonché bancari (Banca Credem e Banco popolare di Bari). Allertata anche la Polizia postale. L’Agenzia monitora “con la massima attenzione” l’evoluzione della situazione alla luce del “riattivarsi di campagne di attacchi di tipo Distributed denial of service (Ddos) da parte di gruppi di hacktivisti filorussi ai danni di soggetti istituzionali nazionali”. Inoltre, ha raccomandato di mantenere alto il livello di attenzione nella protezione delle infrastrutture informatiche.

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