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Auto elettriche e guerra in Ucraina. Le relazioni Ue-Cina al bivio

Dombrovskis e Jourová, vicepresidenti della Commissione, in missione a Pechino a distanza di una settimana. Per il primo l’atteggiamento sull’invasione russa danneggia l’immagine del Dragone. Molti stanno “mettendo in dubbio la loro posizione in questo Paese”, ha dichiarato

La Cina sostiene l’integrità territoriale degli Stati “quindi è molto difficile per noi comprendere la posizione della Cina sulla guerra della Russia contro l’Ucraina, poiché viola i principi fondamentali della Cina”. Lo ha detto Vladis Dombrovskis. Secondo il vicepresidente della Commissione europea questo atteggiamento di Pechino sta condizionando la sua immagine, “non solo presso i consumatori europei, ma anche tra le imprese”. Molti stanno già “mettendo in dubbio la loro posizione in questo Paese” a causa di un “ambiente imprenditoriale più politicizzato”, ha aggiunto.

RIDURRE LE DIPENDENZE

La visita di Dombrovskis ha al centro la riduzione delle dipendenze strategiche europee dalla Cina. Nel suo discorso ha spiegato che l’indagine antisovvenzioni sull’import di auto elettriche a batteria provenienti dalla Cina sarà trasparente ed equa ma potrebbe essere seguita da altre se Pechino non offrisse “condizioni di parità”. Ha così respinto le accuse cinesi secondo cui l’Unione europea sarebbe diventata più protezionista, affermando che l’Ue si è vista costretta “a diventare più assertiva” a causa della concorrenza sleale e delle minacce alla sicurezza da parte della Cina. “L’Unione europea non può permettersi di rimanere indifesa quando si abusa della nostra apertura o quando è in gioco la nostra sicurezza nazionale”.

L’EFFETTO GUERRA

La guerra della Russia in Ucraina ha costretto l’Unione europea a riconsiderare la sua sicurezza economica e a sposare un approccio a favore “della diversificazione economica e della riduzione del rischio”, ha spiegato ancora Dombrovskis. “La nostra eccessiva dipendenza dai combustibili fossili russi e l’uso militare delle forniture alimentari da parte della Russia ci hanno insegnato una lezione”, mentre “capisco che in Cina la riduzione del rischio sia talvolta vista come sinonimo di protezionismo o di scetticismo verso la Cina”, ha proseguito. La riduzione del rischio è quindi “una strategia per mantenere la nostra apertura, non per indebolirla”. “Non cerchiamo l’autosufficienza o la sostituzione delle importazioni, che sono preoccupazioni che l’Unione europea ha effettivamente sollevato riguardo alle politiche della Cina”, ha dichiarato ancora.

RELAZIONI AL BIVIO

“Ci troviamo a un bivio”, ha spiegato il vicepresidente della Commissione europea parlando delle relazioni tra Unione europea e Cina. “Possiamo scegliere un percorso verso relazioni reciprocamente vantaggiose. Un’iniziativa basata sul commercio e sugli investimenti aperti ed equi, che lavora fianco a fianco sulle grandi sfide del nostro tempo. Oppure possiamo scegliere un percorso che ci allontani lentamente. Dove i benefici condivisi di cui abbiamo goduto negli ultimi decenni si indeboliscono e svaniscono. E, di conseguenza, le nostre persone e le nostre economie si trovano ad affrontare opportunità ridotte”. Dombrovskis osservato che il successo economico della Cina si basa sulla globalizzazione, con i consumatori europei che acquistando beni hanno tirato fuori dalla povertà centinaia di milioni di persone. “La volontà di apertura e di riforma ha sostenuto la crescita, lo sviluppo, l’occupazione e la prosperità, basandosi sull’impegno globale”, ha sottolineato. Il vicepresidente della Commissione ha tuttavia avvertito che “sia l’Unione europea che la Cina si trovano ad affrontare notevoli ostacoli politici ed economici. E alcuni di questi venti contrari potrebbero farci allontanare”.

IL DOSSIER DISINFORMAZIONE

La scorsa settimana la Commissione europea aveva avuto il suo secondo dialogo di alto livello con la Cina sul digitale, co-presieduto da Vera Jourová, vicepresidente della Commissione per i valori e la trasparenza, e dal vicepremier cinese Zhang Guoqing. La Commissione ha spiegato di aver “espresso la propria preoccupazione per le difficoltà incontrate dalle aziende dell’Unione europea in Cina nell’utilizzo dei propri dati industriali, a seguito dell’applicazione della recente legislazione”. Ma si è parlato anche di disinformazione. “Ho dichiarato che consideriamo il modo in cui la Cina interagisce con la guerra della Russia contro l’Ucraina un fattore determinante per le relazioni Unione europea-Cina in futuro”, ha spiegato Jourová in una dichiarazione a Politico. “Questo include ovviamente gli aspetti relativi alla sicurezza informatica e alla disinformazione”. Nelle scorse settimane, Microsoft e Meta hanno rivelato operazioni legate al governo cinese per diffondere disinformazione, tra cui la più grande operazione di influenza segreta conosciuta, volta a screditare l’Occidente sui social media. A febbraio, l’unità anti-disinformazione della Commissione aveva indicato Pechino e Mosca come i principali responsabili della propaganda anti Ucraina.

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