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L’assalto di Hamas fa traballare perfino la neutralità svizzera

Parlamento in pressing sul governo per allinearsi a Usa e Ue in merito alla definizione di organizzazione terroristico. Ciò avrebbe un impatto pesante sui finanziamenti del gruppo

Con una mossa inedita per la solitamente neutrale Svizzera, i membri del Parlamento svizzero hanno chiesto al governo, che si è schierato in maniera compatta e convinta al fianco di Israele, di classificare Hamas come organizzazione terroristica. Vuoi per la svolta intrapresa sulle banche, vuoi per un nuovo contesto internazionale che ha già portato a una piccola svolta nei rapporti con la Russia, ora la Svizzera potrebbe cambiare il suo approccio neutrale anche sul Medio Oriente.

Fino a ora, la Svizzera, a differenza di altri Paesi europei, non ha designato il gruppo palestinese come organizzazione terroristica. Tuttavia, la Commissione di politica di sicurezza della Camera bassa del Parlamento ha votato all’unanimità martedì per cambiare questa posizione, come ha dichiarato il presidente della commissione, Mauro Tuena, a Bloomberg. “Chiediamo che Hamas venga riconosciuta come organizzazione terroristica e che il gruppo venga vietato in Svizzera”, ha affermato. “Vogliamo colpire i suoi flussi di denaro e consentire alle agenzie di sicurezza di sorvegliare le persone che lavorano per Hamas in questo Paese”.

Se Hamas fosse designata come organizzazione terroristica, le banche svizzere sarebbero obbligate a segnalare le transazioni legate a Hamas. Questo potrebbe essenzialmente isolare il gruppo dal sistema finanziario svizzero e minare il suo finanziamento. “Praticamente tutto l’Occidente ha designato Hamas come organizzazione terroristica. Negli Stati Uniti, a Londra e nell’Unione europea, Hamas non può aprire conti bancari”, ha dichiarato Mark Pieth, professore emerito presso l’Università di Basilea, a Bloomberg. “Ma in Svizzera, finora, avrebbe potuto farlo”.

Per cambiare ufficialmente la posizione della Svizzera su Hamas è necessario un voto del Parlamento completo, che si riunirà nuovamente a dicembre. Tuttavia, nel sistema svizzero, i voti delle commissioni come quello di martedì spesso determinano l’andamento delle decisioni future.

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