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Riforma dell’intelligence. Il nodo delle “covert operation”

Riformare l’intelligence significa stabilire obiettivi politici precisi da affidare alle strutture che proteggono la sicurezza dello Stato e definire istituti giuridici chiari. Non farlo rischia di consentire il perpetuarsi di abusi e strumentalizzazioni pericolose per la democrazia. Il commento di Andrea Monti, professore incaricato di Digital Law, università di Chieti-Pescara

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