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Intesa sulla Tav…speriamo duri!

Le prime pagine dei quotidiani di oggi annunciano, con toni enfatici, che finalmente, dopo due anni e mezzo, è stato raggiunto un accordo positivo sulla Tav. Il dato più rilevante è il sostanziale “via libera” ottenuto da parte dei sindaci della valle, gli stessi che fino a poco tempo fa erano dall´altra parte delle barricate. In realtà però, al netto dei proclami, l´accordo raggiunto, pur rappresentando un lodevole passo in avanti, non è poi una gran cosa: si tratta di un via libera alla progettazione della Torino-Lione, non di un via libera ad un progetto definitivo. Temiamo quindi che la strada da percorrere per arrivare alla realizzazione della tanto agognata Tav sia ancora molto lunga.Lasciando da parte per un momento la Tav, occorre fare una riflessione sulle modalità che permettono ad un Paese moderno di prendere decisioni qualificate in materia di interventi strategici.  Pur riconoscendo a Mario Virano l´eccellente lavoro svolto dall´Osservatorio tecnico da lui diretto, non possiamo non sottolineare i limiti di questa esperienza che, se vogliamo, costituisce la classica eccezione alla regola. L´accordo sulla Tav è infatti precario ed stato raggiunto in tempi biblici. Nessuno è poi in grado di stabilire quanto costerà questo accordo.In sostanza la questione Tav è stata gestita come l´ennesima emergenza italiana ed ora si festeggia perché convinti di essersela cavata, ancora una volta, in qualche modo. Servirebbero invece soluzioni di sistema. Come già scritto all´interno del manifesto “Partecipare per decidere” di associazione Pimby, servono strumenti per metterci nelle condizioni di prendere decisioni strategiche che siano allo stesso tempo legittimate ed efficaci; strumenti in grado di garantire, sin dalla fase di progettazione, una maggiore partecipazione dei cittadini ai processi decisionali delle pubbliche amministrazioni.Tempi certi per la discussione di un progetto, modalità di inclusione predefinite, responsabilità chiare e  condivise, regole precise per eventuali compensazioni di carattere ambientale o territoriale, certezza del diritto, velocità di esecuzione una volta ottenute tutte le autorizzazioni necessarie: questi devono essere gli ingredienti alla base di una nuova stagione di investimenti in infrastrutture. Abbiamo bisogno che questi aspetti vengano regolamentati a livello nazionale, per far si che quel che di buono ha portato all´accordo sulla Tav sia valido anche per le altre decisioni che hanno un´importanza strategica per lo sviluppo del nostro Paese.Riusciremo mai a fare questo salto di qualità?
 
Davide Agazzi
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