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Vatileaks, chi c’è dietro il maggiordomo del Papa?

In Vaticano l´arresto di Paolo Gabriele, il maggiordomo di Benedetto XVI accusato di furto aggravato, non è che il punto di inizio di un´inchiesta destinata ad allargarsi. Nessuno crede che Gabriele possa avere orchestrato da solo la fuga di documenti. E adesso si cercano i complici, altri corvi.
 
Il maggiordomo, che ha trascorso un’altra notte in camera di sicurezza, ha parlato con i suoi avvocati, e secondo indiscrezioni sembra che proprio ieri sera avesse cominciato a fare qualche nome, dopo tre giorni di silenzio e preghiera nella cella di quattro metri per quattro.
 
“La mente dell´operazione non è una sola, ma sono più persone”, racconta a Repubblica uno dei “corvi”, gli autori della fuoriuscita di lettere segrete della Santa Sede. E aggiunge: “Ci sono i cardinali, i loro segretari personali, i monsignori e i pesci piccoli. Donne e uomini, prelati e laici. Tra i corvi ci sono anche le Eminenze. Ma la Segreteria di Stato non può dirlo, e fa arrestare la manovalanza, ´Paoletto´ appunto, il maggiordomo del Papa. Che non c´entra nulla se non per aver recapitato delle lettere su richiesta”. Poi sottolinea: “Chi lo fa – dice subito – agisce in favore del Papa. Perchè lo scopo del ´corvo´ o meglio dei ´corvi´ è quello di far emergere il marcio che c´è dentro la Chiesa in questi ultimi anni”.
 
Insomma dietro il cosiddetto Vatileaks “ci sono quelli che si oppongono al segretario di Stato Tarcisio Bertone. Quelli che pensano che Benedetto XVI sia troppo debole per guidare la Chiesa. Quelli che ritengono che sia il momento giusto per farsi avanti. Alla fine è diventato un tutti contro tutti” e “c´è una fazione che ha messo nel mirino perfino padre Georg”.
E su Gotti Tedeschi afferma: “Gotti  è una persona onesta, che tace, come ha fatto anche nel mezzo dell´indagine della magistratura sullo Ior. Non si è prestato a nessun gioco, non è lui il corvo.
 
Domenica è stato lo stesso Benedetto XVI, nella solennità della concelebrazione con Cardinali e Vescovi in San Pietro in occasione della messa di Pentecoste, a parlare di quello che il giorno prima ha definito “il vento che scuote la casa di Dio che resiste”, con un appello alla “verità e unità della Chiesa”.
“La Pentecoste è la festa dell´unione, comprensione e comunione umana” e lo è anche nel nostro mondo in cui le persone sono più vicine, ma “la comprensione e la comunione sono spesso superficiali e difficoltose” e talora viviamo una “nuova Babele”, e “fatti quotidiani in cui sembra che gli uomini stiano diventano più aggressivi e scontrosi, comprendersi sembra troppo impegnativo, e si preferisce restare in sé”
 
“Cari amici – ha detto rivolto a tutti i cristiani- dobbiamo vivere secondo lo Spirito di unità e di verità, e per questo dobbiamo pregare perché lo Spirito ci illumini e ci guidi a vincere il fascino di seguire nostre verità, e ad accogliere la verità di Cristo trasmessa nella Chiesa.
 
v.c.
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