Skip to main content

#Cossiga Attualità e lungimiranza di un Presidente

“Invano cerco con passo malfermo di evitare la fossa che mi attende”
Così rispondeva sempre piu spesso negli ultimi anni Francesco Cossiga, a coloro che gli ponevano la fatidica domanda : Come sta Presidente?
Ma l´uomo si è battuto come un leone fino all´ultimo minuto dopo una vita da vero combattente ed un cursus unico ed ineguagliabile di grande servitore dello Stato. Un grande anticipatore nella lettura lungimirante degli eventi futuri spesso all´origine di amare incomprensioni. Impegnato quasi ossessivamente fin dai primi anni novanta a risolvere due grandi questioni che egli riteneva strategiche e decisive per il futuro del Paese: la ricomposizione del corpo morale e civile della Nazione facendo venire meno la conventio ad escludendum ed avviando il Paese verso la riconciliazione (che dopo aver sdoganato l´MSI penso´anche simbolicamente di realizzare con il governo D´Alema), e la Grande Riforma che lo spinse ad inviare un suo messaggio alle Camere del 26 giugno 1991 quale ” estremo tentativo di affrontare con gli strumenti della politica quel rinnovamento istituzionale e quell´adeguamento costituzionale per far diventare l´Italia una democrazia normale.” “Solo così la società italiana sarebbe stata messa in grado non solo di rispondere alle nuove esigenze politiche dell´Europa unita, del mondo globale ma anche di trovare una soluzione moderna alla crisi economica dello Stato gravato da un insopportabile debito pubblico”. Peraltro assolutamente consapevole delle istanze della gente comune, delle inquietudini e delle insoddisfazioni crescenti dei cittadini come si ritrova nel discorso del 1992 con il quale annuncia le sue dimissioni da Presidente della Repubblica ” la gente vuole un governo responsabile e forte, democraticamente forte e perciò controllato, un governo efficiente, coraggioso con programmi chiari e concreti in un sistema istituzionale rinnovato, in cui i partiti che sono strumento indispensabile di democrazia, siano aggregatori di consenso e produttori di proposte e di programmi, concorrano a formare la rappresentanza nazionale e non si sostituiscano ad essa, non prendano – nello Stato e tantomeno nella società – le forme pericolose, ambigue, discriminatrici, spesso prepotenti, che rischiano di alienare il cittadino,non solo dai partiti, ma anche dal sistema democratico”. Stupefacente attualità di pensiero e di intuizione politica… E del resto, seppur quasi mai citato non so se per una persistente ritrosia ad essere contaminati dal “cossighismo”, molti temi di questa fase politica in particolare quelli che con consueta abilità pone il Presidente Pierferdinando Casini, confermano che il grande statista e maestro di vita vada ricordato per l´eccesso di lungimiranza che ha caratterizzato la sua lunga vita politica. Provo a fare qualche esempio:
 
1) Da anni Cossiga andava ripetendo che per affrontare le numerose emergenze del Paese avremmo dovuto chiamare in servizio permanente effettivo il Professor Mario Monti: “sarà premier dopo la cacciata con ignominia di Berlusconi” disse nel 2008 ma aggiungeva meglio se legittimato da un voto popolare;
2) Ostracismo assoluto verso qualunque declinazione di Ulivo;
3) Presenza in Europa basata sulla sovranità dei popoli e su istituzioni che siano espressione democratica di esse
4) Sì ad accordi con Massimo D´Alema ed il PD meglio se mangiando insieme a Silvio Berlusconi una nuova crostata magari preparata ancora in modo ineguagliabile dalla signora Letta, se davvero si vogliono fare le riforme;
5) Sì ad una nuova unione democratica per la Repubblica, vasto rassemblemont “in grado di raccogliere le sfide che i mutamenti economici, sociali e culturali pongono anche al popolo italiano in alternativa democratica ai soggetti politici eredi e rappresentanti della tradizione socialista di espressione marxista ed ai movimenti post comunista, distinti e distanti dalla destra”;
6) Sì ad una transitoria “collaborazione di Governo per affrontare non solo i gravi problemi delle emergenze immediate, ma anche i problemi più ampi di natura istituzionale, per un Governo di centro-sinistra europeo in cui si incontrano e collaborano tra loro partiti che, anche con diversi accenti esprimono le due grandi aree politiche, culturali europee, quella socialista e quella popolare”.
7) no a rifare la DC perché´ “non sussistono più le condizioni storiche, interne, internazionali ed ecclesiali che la resero possibile e non opportuno ne per la chiesa ne per la societa´ civile. Seppur sempre fieri ed orgogliosi di esserlo stato”
 
Si tratta ancora di questioni centrali della vita democratica e del futuro del nostro Paese che sono sempre lì irrisolte o solo parzialmente compiute che Cossiga pose alle forze politiche nazionali fin dal 1997/98 talvolta per necessità, con quella sua irruenza funzionale a scuotere coscienze sonnacchiose. Forte del suo senso delle Istituzioni,dello Stato, del dovere, con quel rigore morale, quella rettitudine e quell´intelligenza politica che tutti hanno sempre riconosciuto.
Il 16 ottobre 1998 in occasione delle consultazioni del Presidente della Repubblica dopo la crisi del Governo Prodi, per intenderci quando Cossiga “affidò” a Massimo D´Alema l´incarico di formare il nuovo Governo, uscendo del Quirinale tra l´altro disse “ho dietro di me 40 anni di vita politica. Vorrei poter chiudere dando un contributo alla creazione di una democrazia realmente competitiva tra schieramenti che esprimono valori diversi ma valori ugualmente democratici”.
 
Oggi vi è un parallelismo possibile fra le due fasi politiche quasi 15 anni dopo? Difficile dirlo molto dipenderà dalle scelte e dalle decisioni che anche Casini assumerà nelle prossime settimane meglio, come gli ha consigliato il suo amico Follini che lo conosce bene, se sta attento agli eccessi di furbizie, a partire dal giudizio politico su Silvio Berlusconi che dovrebbe forse rivedere in termini più realisti memore anche del fatto che fu lui a volerlo fortissimamente nel 98/99 nel PPE, allora dominato dal suo amico Aznar vincendo la grande diffidenza che rasentava la contrarietà di persone della statura di Helmut Koll e Francesco Cossiga.
 
Ancor più nella prospettiva di ascendere al Quirinale: come si può pensare di realizzare un disegno del genere senza il sostegno di chi ha la golden share del Ppe in Italia peraltro proprio grazie a lui?
Il questo quadro, La ” cosa bianca” o partito della Nazione che sarà , potrebbe ancora essere un partito transitorio proprio come fu l´Udr di Cossiga cui Pier non aderì all´ultimo momento e che poi contrasto´ fortemente. In attesa di costruire il grande partito dei moderati italiani (che, nolente o dolente, dovrà fare i conti con la presenza organizzata del movimento politico di Silvio Berlusconi) in grado di rilanciare l´idea popolare di un grande partito delle libertà . E magari nel concludere il suo discorso il Presidente Casini potrebbe riprendere la celebre citazione cossighiana: “Iddio onnipotente per intercessione Thomas More, martire, rafforzaci e fai rafforzare sempre nella nostra vita la supremazia della coscienza, sempre fedeli al Re e cioè allo Stato ma anzitutto a Dio e cioè alla verità ed alla giustizia”.
 
Presidente Cossiga, ci manchi da morire ma le tue idee le tue straordinarie intuizioni e le tue indicazioni vivono in tutti noi, basta soltanto riscoprirle e riconoscerle. 
 
Paolo Naccarato – cossighiano
Exit mobile version