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Ilva, Clini: “A rischio l’affidabilità del sistema industriale”

A Taranto, in una città spaccata fra operai dell`Ilva che bloccano le strade per difendere il posto di lavoro ed altri che invece appoggiano le recenti azioni della magistratura, continua la tensione. Dopo la comunicazione dell´arrivo dei ministri Passera, Severino e Clini previsto per venerdì 17 per discutere del futuro dell`acciaieria più grande d`Europa, oggi il ministro dell´Ambiente Corrado Clini ha riferito davanti alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera sulla situazione dell`Ilva e sulle prospettive di riqualificazione.
 
Il governo si è apertamente schierato contro le decisioni del gip di Taranto Patrizia Todisco, sostenendo che le azioni di bonifica dell´acciaieria inquinante, pur se necessarie, devono essere effettuate a impianti accesi e che è comunque impensabile bloccare l´attività produttiva. “Se vogliamo risanare l´ambiente e garantire la continuità produttiva” dello stabilimento Ilva di Taranto “il ciclo a caldo non si può spegnere. Si possono fare interventi selezionati e progressivi, ma se si chiude il ciclo non c´è speranza”, ha tenuto a precisare il ministro dell´Ambiente Corrado Clini, oggi alla Camera davanti le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive. “Va detto con chiarezza che se si chiudono gli impianti a caldo si chiude il centro siderurgico e non solo per una ragione tecnica: a spegnere ci vogliono 8 mesi, poi bisogna risanare e ripartire e intanto il mercato dell´acciaio aspetta l´Ilva? Non esiste, deve essere chiaro”, ha concluso Clini.
 
“La situazione dell´Ilva riguarda tutto il sistema industriale italiano e l´affidabilità dell´Italia nei confronti degli investimenti esteri, che ci auguriamo e cerchiamo di spingere nel nostro paese” ha detto il ministro.
Ma per Clini quello dell´Ilva “non è un tema riconducibile a uno scontro tra governo e magistratura, ma riconducibile alla chiarezza di ruoli, responsabilità e competenze che in questo momento è quanto mai urgente”, ha detto il ministro.
Clini ha sottolineato poi che nella vicenda si è inserita una “problematica complicata, che riguarda la cosiddetta attribuzione di competenze: la presidenza del Consiglio sta valutando la possibilità di sollevare il conflitto di attribuzione, per chiarire i termini delle responsabilità e dei ruoli, non per aprire un conflitto con la magistratura”.
“Nello stesso tempo però proseguiamo con la linea che abbiamo indicato. Mi auguro che la riunione del 17 agosto a Taranto possa risolvere queste problematiche rendendo più semplice l´evoluzione e la gestione successiva delle nostre attività”, ha concluso il ministro.
 
Oggi e giovedì 16, come già avvenuto ieri mattina, gli operai di Fim e Uilm sono tornati a bloccare le statali 7 e 106 ionica in direzione Bari, Brindisi e Reggio Calabria per due ore dalle 10 alle 12. La Fiom ha invece criticato l`uso dello sciopero “come attacco alle decisioni della magistratura” ed ha chiesto all`Ilva un`assemblea di due ore.
 
I ricorsi dell´Ilva
Il presidente di Ilva Bruno Ferrante, accompagnato da uno dei legali, avvocato Egidio Albanese, ha consegnato presso la cancelleria del Tribunale di Taranto due ricorsi contro le due ordinanze del gip Patrizia Todisco: quella del 10 agosto con cui il magistrato ha precisato i compiti dei custodi giudiziari e l´impossibilità di usare gli impianti sequestrati se non per risanarli, e la seconda ordinanza dell´11 agosto con cui il gip ha sollevato Ferrante dall´incarico di custode amministrativo sostituendolo con il presidente dell´Ordine dei commercialisti di Taranto Mario Tagarelli. Uscendo dal Tribunale Ferrante ha dichiarato: “Secondo noi il gip è andato oltre le sue competenze, ora deciderà il Tribunale del riesame”.
Ieri il presidente del cda di Ilva, Bruno Ferrante, ha avuto un lungo incontro con i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm, ai quali ha garantito che Ilva farà tutti i ricorsi possibili nei vari gradi di giudizio per bloccare il sequestro degli impianti.
 
v.c.
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