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Se questa è pace. Il governo colombiano uccide capo delle Farc

Se questo è l’accordo per negoziare il processo di pace, poco c’è da aspettarsi. Non è trascorsa neanche una settimana da quando le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) e il governo del presidente Juan Manuel Santos hanno confermato la loro disposizione di affrontare un processo di negoziazione per la pace in Colombia che già sono cominciati gli scontri. Ed è salita la tensione.
 
Il capo del fronte 22 delle Farc, e mano destra del leader del gruppo terroristico, José Epimenio Molina, è stato ucciso in un’operazione militare nella frontiera con il Venezuela. A confermare l’azione d’attacco questo giovedì è stato il ministro della Difesa colombiano, Juan Carlos Pinzón. Hanno partecipato la polizia, l’esercito e le forze aeree.
 
Conosciuto come “Danilo García”, il sovversivo ha fatto parte delle Farc per più di 37 anni. Era amico e assistente di “Timochenko”, il capo delle Farc, e aveva al suo incarico tutto il business della cocaina. È morto assieme ad altri 15 guerriglieri e la sua compagna, “Bety”. “È stata colpita una colonna delle Farc che stava sviluppando attentati in quella zona del paese”, ha spiegato il ministro. Pinzón ha ricordato che il gruppo terroristico aveva ucciso due poliziotti nella regione di Sardinata.
 
“Danilo García” era uno dei 50 guerriglieri delle Farc di cui gli Stati Uniti aveva chiesto l’estradizione. Si aggiudica la responsabilità di 70% degli attentati violenti commessi dalle Farc.
 
Sul senso di questa operazione proprio nel momento dove le due parti stavano dimostrando buona disposizione per il processo di pace, il presidente Santos ha detto che nel patto non era previsto in nessun modo la sospensione delle operazioni militari contro le Farc, che restano un gruppo fuori dalla legge. Bisognerà vedere le reazioni dei ribelli e dove porterà la negoziazione.
 
r.m
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