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Solo Draghi può salvare l’Italia dal mal di spread

In Italia, il rispetto del Fiscal compact è legato alla riduzione dei rendimenti dei titoli a lunga scadenza come conseguenza della riduzione del differenziale tra Btp e Bund, sotto i 300 punti base nel 2014, per arrivare in prossimità dei 200 punti base sul finire del 2015.
 
È possibile raggiungere questi livelli senza interventi della Bce? Ecco come rispondono alla domanda gli economisti dell’associazione Prometeia: “Valutazioni econometriche fatte all’interno di Prometeia suggeriscono che i differenziali Btp-Bund giustificati dai fondamentali di disavanzo e debito pubblico potrebbero aggirarsi attorno ai 200 punti base”. Ciò significa che attualmente i rendimenti dei Btp decennali potrebbero essere all’incirca al 3.5%.
 
Per Prometeia, guidata dall’economista Paolo Onofri, nell’attuale contesto economico e politico, e in quello che si determinerà nel primo semestre del 2013 in concomitanza con le elezioni politiche del prossimo aprile (con il trascinarsi ancora a lungo delle difficoltà della Grecia e con il rischio che il Portogallo si trovi nuovamente in difficoltà), è “improbabile che lo spread per i nostri titoli possa cominciare a scendere, mentre invece esiste il rischio che possa aumentare”.
L’unico modo per prevenirlo? “Giocare d’anticipo chiedendo interventi della Bce sul mercato dei nostri titoli”, dice l’associazione nel cui comitato scientifico siedono tra gli altri Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio.
 
Questo non significa che l’Italia debba soggiacere ad altre condizioni intrusive in materia di finanza pubblica. “Con il 2012 – si legge nel rapporto Prometeia – l’Italia ha raggiunto gli obiettivi di bilancio e sta per uscire dalla procedura per disavanzi eccessivi mentre l’approvazione della legge di stabilità dovrebbe garantire il raggiungimento di quelli previsti per il 2013”. Inoltre il nostro Paese ha
inserito in Costituzione il pareggio strutturale di bilancio a garanzia del rispetto del fiscal compact: “Non vi sarebbero ragioni per chiedere al Paese ulteriori misure di restrizione del bilancio. Mentre le turbolenze ancora possibili sui mercati finanziari potrebbero rendere inutili gli sforzi fatti nel corso degli ultimi diciotto mesi”.
 
Comunque, è scritto nel rapporto, “una richiesta tempestiva e coordinata con Spagna e Germania potrebbe minimizzare i rischi finanziari e quelli politici garantendo una ripresa della crescita. Si tratterebbe di un’assicurazione contro esiti drammatici che potrebbe far ricadere l’Italia in una crisi ancora più grave perché sconterebbe due importanti fasi di recessione”.
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