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Caro Zingales, con Matteo si può fermare il declino

Fermare il declino e Matteo Renzi? Non sono poi così lontani. Parola di Mario Adinolfi, deputato filo renziano del Pd, che in una conversazione con Formiche.net rivolge pubblicamente un appello ai promotori dell’associazione capitanata da Oscar Giannino, Michele Boldrin, Carlo Stagnaro e Luigi Zingales affinché sostengano la corsa del sindaco di Firenze alle primarie del centro-sinistra.
 
Lo spunto per l’invito è la replica all’intervento di Zingales su Formiche.net. Il professore dell’Università di Chicago, che partecipò l’anno scorso al “Big bang” renziano alla stazione Leopolda di Firenze, lanciava indirettamente un messaggio al primo cittadino, affermando: “Non basta rottamare, occorre privatizzare e liberalizzare”. Onorevole Adinolfi, non crede che quello che si poteva fare, l’abbia già fatto Monti?

“Monti non ha fatto tutto quello che si poteva fare, anzi sul terreno delle liberalizzazioni ha fatto ben poco. Penso al tema delicato ma centrale della liberalizzazione delle professioni, ad esempio, dove il percorso da compiere in Italia è ancora lungo e solo una guida giovane e liberal come quella di Matteo Renzi credo possa con coraggio mettere mano a una riforma che sblocchi rendite di posizione da Italia neofeudale che paralizzano la mobilità sociale del paese. Diverso il discorso sulle privatizzazioni”.


 
Cioè? Pensa che ci siano spazi per vendere anche le quote che il Tesoro detiene in Enel, Eni e Finmeccanica?

“Personalmente non sono d´accordo con un’ulteriore stagione di privatizzazioni che mettano sul mercato (e probabilmente in mano straniera) i residui asset strategici del paese di Enel, Eni e Finmeccanica. Se proprio dovessi accedere a un´idea di privatizzazione, lancerei quella della Rai piuttosto”.

 
Dice Zingales: “Per spezzare il money trust basta imporre alle fondazioni la diversificazione del loro portafoglio, pena la perdita dei diritti di voto. E imporre il limite di un mandato per i presidenti e di due per i consiglieri delle fondazioni per favorire il ricambio”. E’ d’accordo?

“Sul money trust Zingales indica soluzioni come sempre originali e interessanti. Sono assolutamente sulla sua linea sia con la sua premessa sulle élites autoreferenti che con le proposte indicate. La rottamazione può trovare spazio e forse deve diventare efficace, soprattutto negli ambiti di alcuni blocchi di potere nelle banche”.
 
Praticamente una rivoluzione: con le fondazioni che dovrebbero diluirsi in banche come Intesa e Unicredit e Guzzetti che non potrebbe essere rieletto alla Fondazione Cariplo… Ma non sarebbero interventi intrusivi e dirigisti seppure ispirati da logiche pro concorrenza e mercatiste?

“Il confine tra dirigismo in economia e logiche pro concorrenza nelle fasi di transizione è sempre piuttosto sottile. Certo è che se vogliamo, come vogliamo con Matteo Renzi, trasformare in profondità l´Italia non possiamo esimerci dall´intervenire con forza nel delicato e decisivo territorio degli intrecci di potere che regolano la struttura attualmente oligarchica e statica dei vertici delle banche italiane. Credo abbia ragione Zingales e che le sue soluzioni siano, lo ripeto, originali e interessanti. Un´ottima base su cui iniziare a discutere”.
 
Condivide l´altro punto di Zingales? “Per secoli la religione cattolica – ha scritto l’economista liberista – ha goduto di un monopolio imposto con la forza. Questo potere di mercato ha permesso alla Chiesa di nominare amici e parenti incompetenti in posizioni di potere senza mettere a repentaglio la sopravvivenza della Chiesa. In America, invece, le chiese protestanti competono aggressivamente, e nessuna può permettersi di nominare amici incompetenti, pena la sparizione della Chiesa stessa. Il monopolio crea la corruzione, la concorrenza la elimina”.

“Non condivido l´aggressività, di certo alla moda, di alcuni intellettuali nei confronti della Chiesa cattolica. E´ un mood di certo adeguato allo spirito del tempo, ma guardando il tema con il necessario sforzo di obiettività, privo di riscontri reali. La Chiesa cattolica italiana non gode attualmente di alcun ‘monopolio imposto con la forza’, tutte le religioni si possono professare liberamente, non esiste alcuna religione di Stato. Siamo dunque, in termini formali, nella condizione indicata e per certi versi idealizzata da Zingales della “competizione” tra professioni religiose. In termini sostanziali, per ragioni di certo non coercitive ma che attengono alla radice stessa del patrimonio culturale del nostro Paese, in stragrande maggioranza gli italiani sono battezzati cattolici. Non credo che questo dato sia irrilevante e non ritengo di indicare nella Chiesa
italiana il fattore decisivo della nascita del nepotismo. Mi sembra un comportamento che attualmente è protagonista del costume in ambiti spesso palesemente anticlericali, come ad esempio quello accademico che Zingales conosce bene visto che il suo indiscusso talento lo ha
consegnato all´estero, immagino anche perché infastidito dalle logiche baronali dell´università italiana. Logiche che rottameremo, appena Matteo Renzi andrà al governo del Paese”.
 
Perché come renziano non propone una forma di collaborazione con Fermare il declino? Molti dei loro temi sembrano più affini al programma del sindaco di Firenze che a quello montezemoliano o dell´Udc o del Pdl.
“Al di là di alcune distinzioni che rispetto alla piattaforma di Zingales mi è sembrato giusto precisare, io credo che il percorso di Fermare il Declino sia decisamente aggregabile alla battaglia di Matteo Renzi alle primarie del Pd. Penso ai temi delle liberalizzazioni e della giustizia, allo spirito con cui si discute di spesa pubblica e efficienza: sono molti i punti che ci uniscono, pochi quelli su cui siamo divisi. Io rivolgo pubblicamente volentieri tramite, Formiche che gentilmente ospita queste riflessioni, un appello agli animatori di Fermare il Declino, dal citato Zingales a Oscar Giannino agli altri, affinché vogliano esplicitamente e pubblicamente sostenere lo sforzo di Matteo Renzi in vista delle primarie del 25 novembre. Visto il panorama politico, dove le alternative al Pd oscillano tra una destra pulviscolare e forze populiste che non possono ambire al governo del Paese pena il disastro, la vera partita si gioca il 25 novembre. Sarei personalmente felice di vedere le intelligenze di Fermare il Declino al nostro fianco nella battaglia che può cambiare le sorti delle prossime elezioni politiche. Matteo Renzi deve vincere le primarie affinché l´Italia cambi, per vedere davvero fermato il declino del nostro amato Paese”.
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