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Le certezze e i tormenti di Monti. Un premier ormai politico…

Mario Monti trascorrerà il fine settimana in famiglia. Gli serve un po’ di tempo per guardare con maggiore distacco a quanto è avvenuto in una sola settimana. Sabato scorso si è presentato dimissionario al Capo dello Stato e da allora la politica (e lo stesso premier) ha messo il turbo con una rincorsa affannosa e confusa verso il traguardo elettorale. Con ogni probabilità, l’ex presidente della Bocconi deciderà sulla sua sorte “partigiana” in famiglia, discutendone con sua moglie e suo figlio.

Di certo, il professore ritiene doveroso difendere con orgoglio il lavoro del suo governo. Le invettive di Berlusconi e Alfano così come quelle di Vendola (e di D’Alema) sono un propellente per la sua discesa in campo. Così almeno i sentimenti. Sul piano razionale, i ragionamenti sono più posati. Anzitutto, é emersa la consapevolezza che una candidatura “esplicita” potrebbe risultare eccessiva, irritante oltremoo per il Quirinale e in contraddizione con la nomina a senatore a vita.

Diversa è invece la riflessione su una o più liste che facciano riferimento a lui. Un gruppo di parlamentari di stretta osservanza può essere un buon investimento, è il ragionamento del premier. Il punto adesso è tattico-strategico: una o più liste?, ok o no a indicazione Monti nel simbolo?, se non è candidato, chi sarà il leader della lista o coalizione?, una eventuale intesa con il Pd a quali condizioni si potrebbe realizzare?

Il week end porterà consiglio. Monti sa di essersi infilato in un processo complicato da cui può uscire rafforzato o notevolmente ridimensionato. Da osservatore acuto qual è, il premier ricorda bene il recente scontro elettorale in Francia. Sarkozy aveva l’appoggio esplicito della Merkel. Hollande invece spaventava un pezzo di Europa ma anche un pezzo importante di borghesia. Ha vinto poi la sinistra e dopo poche settimane la Cancelliera aveva già scordato Sarkò e abbracciato il nuovo presidente francese. Lo stesso Corriere della Sera, quotidiano che già ospitava Monti come editorialista, lo mette in guardia e con un editoriale a firma di Massimo Franco lo invita alla prudenza. Dopo la reazione emotiva, le prossime ore saranno quelle della riflessione e del calcolo.

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