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Monti, Twitter e l’umiltà di essere following di qualcuno

@SenatoreMonti è l’account del premier dimissionario. E’ stato attivato insieme alla pagina web www.agenda-monti.it subito dopo aver rassegnato le dimissioni al presidente della Repubblica e dopo che la legislatura è stata ufficialmente sciolta.

A curare la comunicazione “politica” del professore della Bocconi c’è la sua storica portavoce, Elisabetta Olivi, e lo staff – giovane ma coeso – che in questi tredici mesi ha lavorato con lei a Palazzo Chigi.

Lo stile, a vedere le prime mosse, appare semplice e coerente con lo stile di Monti che certamente guarda, riguarda e controlla ogni virgola. In realtà, qualche sbavatura è apparsa. Anzitutto il testo dell’agenda è apparsa un discreto copia-incolla con spezzoni a dichiarata firma di Pietro Ichino, altri probabilmente curati dallo staff di Passera (Alessandro Fusacchia) ed uno – quello sulla famiglia – che porta il segno del ministro Riccardi (peraltro grande studioso di De Gasperi).

La seconda “anomalia” è stato il linguaggio scelto per i due tweet cinguettati il giorno di Natale: sono formulati con modalità pubblicitaria più che professorale e il “saliamo in politica!” ripetuto in entrambi i lanci e in entrambi i casi con il punto esclamativo sembra più coerente con un aspirante leader carismatico che con un sobrio premier di larga intesa.

Insomma, la mutazione genetica del Monti politico è ancora in corsa e qualche scossa di assestamento è nell’ordine naturale delle cose. Un solo suggerimento ci permettiamo di inoltrare a lui e al suo staff: come è stato fatto ampiamente notare in Rete, non è indice di credibilità (su Twitter) non seguire nessuno.

Caro prof., faccia questo gesto di umiltà! Se è riuscito a firmare i due tweet natalizi, non sarà un grandissimo sforzo scegliere di seguire qualche suo ministro, qualche giornalista, magari qualche testata internazionale oppure i colleghi leader del pianeta….

Un ultimo post-scriptum: i giornali italiani si sono affrettati a segnalare i boom di followship dell’account @senatoremonti. Tutto bene ma sarebbe stato opportuno segnalare che i poco meno di 40.000 follower del premier (tantissimi, e in pochi giorni di festa) risultano ancora metà di quelli di Casini e un quinto di quelli di Vendola.

Questi numeri non tolgono nulla al lavoro importante di Monti e dei suoi collaboratori ma nasconderli, da parte dei cronisti, ha il sapore di un inutile e controproducente encomio.

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