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La strategia (europea?) di Cameron dopo le pressioni Usa

Cameron sposterà di un giorno il proprio discorso sull’Europa. Lo scrive il Financial Times sottolinenando come la data, il 22 gennaio, scelta dal primo ministro britannico per fare il punto sulla politica continentale di Londra coincideva con 50° anniversario del trattato dell’Eliseo, giornata cruciale per il calendario franco-tedesco.

La settimana scorsa con l’intervento del dipartimento di Stato gli Usa avevano messo in guardia Londra dal perdere i legami con il vecchio continente. Washington ha fatto capire con una nettezza mai usata in precedenza che la Gran Bretagna deve restare al cuore delle politiche continentali.

Ora il primo ministro britannico intende gestire la questione dei rapporti con Bruxelles evitando scontri interni e internazionali, un cambio di strategia che di fatto mette in secondo piano  il referendum sull’adesione britannica all’Unione afferma le Monde. Infatti oltre al responsabile statunitense per le politiche europee del ministero degli esteri Usa, Philip Gordon, anche due personalità del gabinetto conservatore si sono dette contrarie al disimpegno Ue paventato da Cameron, sottolinea il Guardian che mette inoltre in evidenza gli appelli a un maggiore impegno britannico dentro le istituzioni continentali provenienti dalle fila del partito di governo inglese.

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