“Uno tsunami di sciocchezze. Sono quelle che si leggono – incredibilmente, anche su organi di stampa cattolici – a proposito del cardinale Roger Mahony, arcivescovo emerito di Los Angeles, cui si chiede di non partecipare al Conclave perché è tuttora coinvolto in processi in cui lo si accusa di avere protetto preti pedofili. Il lettore a questo punto si chiederà: ma quello dei preti pedofili non è un dramma denunciato con toni tanto accorati da Benedetto XVI? Lo è, certamente. Non è, allora, un po’ forte parlare di sciocchezze? Non lo è, per due ragioni. La prima è che partecipare al Conclave non è un premio o una vacanza. È un compito molto gravoso, un dovere prima ancora di un diritto. Il diritto canonico non prevede l’esclusione dal Conclave per ragioni morali o disciplinari. Certamente a tutti i Conclavi della storia hanno partecipato cardinali che avevano qualche scheletro nell’armadio dal punto di vista personale, morale, politico o peggio ancora dottrinale. Questa circostanza ci ricorda che la Chiesa è fatta di santi e di peccatori. Non dobbiamo scandalizzarcene. Se qualche cardinale in difficoltà ritenesse liberamente di non partecipare al conclave si tratterebbe di un gesto nobile. Ma questi gesti si ammirano, non s’impongono, neppure a colpi di sondaggi come quello che ha proposto «Famiglia Cristiana» a lettori che certamente non hanno letto le carte delle complesse cause civili statunitensi relative a Mahony, e hanno «votato» per escluderlo dal Conclave sull’onda di una facile reazione emotiva….”
Cardinale Mahony, l’altra verità
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