Skip to main content

La passione (politica) che lega Marcegaglia e Giannino

E alla fine della campagna elettorale Emma Marcegaglia si è appalesata. Aveva mostrato di sostenere l’Udc di Pierferdinando Casini, tanto da partecipare in autunno alla convention dei centristi riscuotendo gli elogi anche del presidente del partito, Rocco Buttiglione. Poi l’ex presidente di Confindustria aveva seguito le fasi iniziali del nascente rassemblement centrista quando ancora il premier Mario Monti non aveva deciso di salire in politica. Quindi aveva cercato di coinvolgere nel progetto centrista e riformista anche quella parte del Pdl che si riteneva pronta di abbandonare guizzi ed eccessi anche politici di Silvio Berlusconi, con incontri riservati con Casini e Angelino Alfano. E si era anche adoperata per poter coinvolgere nel progetto montiano pure l’allora nascente movimento liberista di Fermare il Declino capitanato da Oscar Giannino, che per tutta la presidenza di Confindustria era stato uno dei suoi principali consiglieri ed ispiratori.

Ma alla fine, nonostante aver fatto sondare e testare la sua persona in politica ad alcuni istituti specializzati in vista di un eventuale impegno politico, ha deciso di restare in secondo piano in campagna elettorale, anche perché i rapporti con il premier Mario Monti non sono mai stati troppo cordiali, anzi: un rapporto che si è ultiormente incrinato quando al Financial Times l’allora numero uno della confederazione di viale dell’Astronomia aveva usato parole di riprovazione per la riforma Fornero del lavoro.

Inoltre le relazioni non sempre fluide e serene con il suo predecessore, Luca Cordero di Montezemolo, non hanno certo agevolato la confluenza di Giannino nell’operazione montiana: i dissidi fra Giannino e Montezemolo sono ben noti agli addetti ai lavori, non solo confindustriali.

Così oggi Marcegaglia ha deciso comunque di essere presente nella campagna elettorale, uscendo allo scoperto a sostegno della lista Fare per Fermare il Declino, nonostante l’imprenditrice mantovana non avesse firmato ufficialmente il manifesto degli intellettuali liberisti che diede vita al movimento turbo liberista; mentre si ricorderà che tra i firmatari c’era ad esempio l’ex direttore generale di Confindustria sotto la presidenza Marcegaglia, ossia Giampaolo Galli, che poi ha deciso di candidarsi nelle liste del Pd chiamato dal segretario Pier Luigi Bersani.

Marcegaglia è uscita allo scoperto oggi nel corso dell’appuntamento milanese di Fare per Fermare il declino. Ecco in sintesi l’evento dei turbo liberisti.

Prima un flash-mob insieme con due-trecento sostenitori che con lui hanno attraversato il centro di Milano in catene “per simboleggiare il debito pubblico che imprigiona gli italiani”, poi Oscar Giannino intorno alle 11.30 ha fatto il suo ingresso trionfale nella gigantesca sala di Milano Congressi per l'”Fare la cosa giusta – L`Anti-meeting” di “Fare per fermare il declino” accolto dal saluto entusiasta di oltre tremila persone.

Da questa mattina, un pubblico composito segue con grande attenzione gli interventi che si susseguono dal palco (rimandati da due megaschermi sotto cui scorre l’inquietante counter del debito pubblico italiano) di Michele Boldrin, Sandro Brusco, Alessandro De Nicola, Silvia Enrico, Andrea Moro, Carlo Stagnaro, Luigi Zingales ed Emma Marcegaglia (che in un videomessaggio ha dichiarato di appoggiare i 10 punti del programma del movimento).

Uomini e donne, giovani e anziani (che in grande maggioranza si erano pre-iscritti on-line) che hanno versato almeno 20 euro e che, con indosso la spilletta e con in mano la bandiera del movimento, applaudono calorosamente e scandiscono in coro il nome del loro candidato premier.

Il 51enne giornalista ha annunciato la presenza di un gruppo di “garanti del programma politico di Fare per fermare il declino”, composto da economisti italiani che insegnano nelle principali università non solo del nostro Paese ma anche in quelle statunitensi e inglesi. A questo, Giannino ha presentato anche un appello lanciato da 80 economisti che appoggiano il programma del movimento e l’impegno che i candidati sia alle elezioni politiche che a quelle amministrative, dovranno sottoscrivere e che prevede “non più di due mandati; niente rimborsi elettorali perché non vogliamo i soldi dei contribuenti; nessun cumulo di cariche all’interno del partito, né nelle amministrazione pubbliche”.

Exit mobile version