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Il suicidio del Pd e di Letta

Il Presidente Letta non capisce che la sua sopravvivenza dipende da Berlusconi, che nonostante le offensive dichiarazioni di tutti i PD non “stacca la spina” anche se Letta lo accusa di non rispettare la Magistratura (ma Berlusconi attacca solo una parte della Magistratura, quella delle toghe rosse).
Aiutato dalla Bocassini e da Pignatone in questa critica.
Il PD si avvia al suicidio perché la Legge Severino non può essere contro le leggi e la Costituzione dell’Italia, e non può essere contro
la Convenzione per i diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”.

Che a Roma 4 novembre 1950 afferma:
Articolo 7 – Nessuna pena senza legge.
“Nessuno può essere condannato per una azione o una omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale. Parimenti, non può essere inflitta una pena più grave di quella applicabile al momento in cui il reato è stato commesso”.

Presto la tanto desiderata esclusione dal Senato di Berlusconi sarà dichiarata inammissibile in base ad una legge successiva ai fatti che hanno data luogo alla condanna, e i Magistrati di Appello e di Cassazione saranno evidentemente accusati di non rispondere alla legge.
Purtroppo Panebianco aveva visto giusto quando affermava che “la Magistratura è il solo partito egemone in Italia”.

Speriamo che Letta duri fino a poter vedere la caduta del suo partito.
Trascinando nella rovina l’Italia (che lui non difende a livello europeo) e con la incapacità di attuare i necessari provvedimenti di abbattimento della spesa e dagli sprechi statali.
Peccato che il Pd trascini nel baratro tutti gli italiani.

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