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La trappola dell’euro che sta uccidendo l’Europa

L’Europa delle banche mondiali e della Merkel vuole imporci di rimettere a posto la nostra economia.
Ci hanno fatto approvare un piano di rientro nei parametri di adesione alla moneta unica che prevede un debito pubblico non superiore al 60% del pil.

Ma ci domandiamo: perché ci hanno ammessi sapendo che avevamo un debito pubblico del 120% del pil?

I tedeschi e i francesi (Kohl e Mitterrand) hanno ammesso che se l’Italia non vi avesse aderito, l’euro non sarebbe mai nato.
Allora ci volevano mettere le manette economiche per farci diventare subordinati anche politicamente.
Ma le riforme che la Merkel ci vuole imporre con l’obbligo di divenire un paese virtuoso, sono più facili in tempi di vacche grasse, non in tempi di vacche magre.

Tagliare posti di lavoro e pensioni troppo ricche è molto difficile. Ma il nostro governo non ha il coraggio di far valere le nostre ragioni.
Anche il presidente Napolitano, tanto attento ai circa 80mila carcerati, non dice una parola per i restanti cittadini onesti che vedono allontanarsi le speranze di una vita migliore.

E trasmissioni televisive e giornali parlano di cose inutili, non danno agli italiani le informazioni che servirebbero a far capire come rimediare ai guai che stiamo subendo.

Pochi economisti hanno possibilità di informare, merito a Giulio Sapelli, a Riccardo Realfonzo e a pochi altri che cercano di farci capire che un euro troppo forte distrugge l’Europa mediterranea.

Speriamo che Papa Francesco faccia sentire la sua voce.

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