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M5S e Grillo nella palude della democrazia

In molti avevano seguito il successo grandioso del M5S alle ultime elezioni politiche. Il risultato aveva spiazzato tutti, da destra a sinistra passando per il centro.

Al grido “l’onestà andrà di moda” in molti delusi dal PD e dalla sinistra si erano affidati a questo esercito di giovani leve: avevano respirato il cambiamento. E li ho seguiti con attenzione anche io, fin dal 2007, con il primo vaffaday e poi per le elezioni a Milano, quando Grillo presentò un giovanissimo candidato contro Pisapia. In quel preciso momento compresi, però, che non avevo nulla a che vedere con un movimento urlato, fatto di prove di forza con muscoli e parole: era la riproposizione meno becera del celodurismo bossiano e del leaderismo berlusconiano. Non mi sbagliavo.

In molti, però, ci aveva creduto e hanno diviso il loro voto: alcuni hanno votato PD e SEL in una camera e M5S nell’altra, altri del PDL e della Lega hanno rivisto la logica del capo-branco e si sono accodati a questa novità, nella speranza (alcuni) di trovare nuove poltrone e spazi di autonomia. In tutto questo il caos politico.

Quello che osservo, anche dall’esterno, è una palude in cui la democrazia italiana, già precaria e anomala, sta affogando. Vivono in twitter e in facebook, scrivono post al vetriolo contro il mondo. Sembrano in fase di esplosione per eccessivo testosterone esagitati e fuori controllo su ogni tema: è sempre una guerra e una rivoluzione, c’è sempre un complotto o sempre un tentativo di golpe dietro l’angolo.

In occasione di un incontro con Paolo Becchi, qua a Berlino, avevo avuto modo di un confronto ma era poco praticabile: la sua idea fissa era il “colpo di stato permanente” e un’accusa senza sosta al Presidente Napolitano.

Idee giuste? Alcune. Il problema? Il metodo, antidemocratico: e in democrazia le procedure e le formalità contano, altrimenti non c’è distinzione tra anarchia e regola. Ed è così che un deputato si permette di dare del “boia” al Capo dello Stato offendendo un simbolo, che piaccia o non piaccia, rappresenta l’unità della Nazione. Un oltraggio che è giusto venga fatto scontare con le nostre regole: con procedimento penale.

E poi, oggi, l’annuncio ufficiale della procedura di messa in stato d’accusa di Napolitano, come richiesta del M5S. Lecita posizione, staremo a vedere cosa accadrà.

In tutto questo, però, il M5S non ha contribuito a fare alcunché per i problemi reali delle persone: annunci, bagarre, scalate sui tetti, prove di forza al testosterone e qualche insulto qua e là, con tanto di pugni battuti sui tavoli e piagnistei perché nessun’altra forza politica li vuole soddisfare nelle loro pretese. Benvenuti nel mondo reale piccoli principini e principessine addormentate nella foresta incantanta.

Con questo non voglio giustificare né assolvere le colpe di tutte le altre forze politiche e faccio sicuramente autocritica: il PD ha commesso così tanti errori e continua a farne altrettanti che non mi stupisce la generale disaffezione e diffidenza di molti elettori ed elettrici, simpatizzanti e non e di persone disincantante in generale dalla politica.

Spero che quella parte del M5S ragionevole, che vuole davvero un cambiamento, prenda il controllo della nave di Grillo e Casaleggio e che cooperi con le altre componenti ragionevoli e “oneste” delle forze politiche in Parlamento per fare qualche cosa: fare!

C’è il momento della protesta e della contrapposizione, ma poi c’è il momento del silenzio e del sedersi attorno ad un tavolo per discutere di cose effettive da fare per il Paese, anche se, temo, questo Paese non si meriti un granché.

Delusione e disappunto per questi stravolgimenti di buon senso e di regole: la democrazia è in affanno e tutti concorrono al suo deterioramento, e tutti, quindi, possono intervenire per salvarla. Gli italiani in prima linea: dove siete? cosa fate? ravvedetevi!

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