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La forza contro l’ipocrisia ovvero Putin, Zar di tutte le Russie

 

La forza custodisce in sé la cifra di una certa verità. Non della Verità assoluta, ma di quel tanto di verità che l’uomo possa sopportare e di fronte alla quale possa rimanere. Ciò accade, almeno, in quelle terre forgiate dalla forza e la Russia è una di queste terre. lo è anche l’Europa, continente fatto di cultura e umanità, oggi colonizzato dalle falangi burocratiche e dai commensali del nulla, completamente incapaci di leggere la realtà e dare risposte col timing giusto. Cioè, fuori dalla crudezza generativa della storia.

Putin, invece, è sempre sul pezzo. Si vede che viene da quella grande palestra che è il Kgb, e funziona, eccome se funziona. Oggi Putin, amico di Berlusconi, è lo Zar di tutte le Russie. Non c’entra la reazionaria voluttà di rinverdire i fasti dei Romanov, né il ritorno dell’URSS. La questione è legata alla natura del popolo russo, alla sua quasi pruriginosa necessità di avere uno Zar e di avere Dio dalla sua parte. E’ l’unico modello di cesaropapismo efficace. Il popolo eletto, in Israele, si ferma davanti alla Kenesset, in Russia, non si ferma davanti a niente ed a nessuno: agire si deve e, quando si tratta di Ucraina, cioè la stessa terra della spaventosa carestia con tanto di episodi di massa di cannibalismo, tra il 1932 e il 1933, durante la collettivizzazione forzata comunista, si parla di terra russa, terra da conquistare. E Putin va all’assalto. Ieri Stalin ce l’aveva coi kulaki, i contadini piccoloborghesi e propietari di terre da espropriare per collettivizzare in nome del comunismo; oggi il nuovo Zar Putin deve incassare 1,55 miliardi di dollari di erogazioni di gas da parte di Kiev e si tratta di erogazioni targate Gazprom; e Gazprom vuol dire potere russo universale, con tanto di acquolina in bocca da parte delle élites europee e di ex premier quali Schroder, fra gli altri, tutti attaccati al tubo di Gazprom, come scrive correttamente “Libero”. La Lagarde, signora del denaro mondiale, poi forse farà un prestito cospicuo a Kiev per pagare – ma per la Grecia non c’era niente, o sbaglio? -, ma non credo che questo ammorbidirà lo Zar Putin, che gioca una partita simbolica e non solo politico-economica. Come sempre quando si tratta della Santa Madre Russia.

La verità è che non c’è nuovo premier ucraino che tenga, la partita si gioca sul versante della nuova strategia imperialistica di deterrenza studiata da Putin, che ha dalla sua molto consenso vero, popolare e gioca sulle forze religiose e telluriche della Terra Russa. Così l’Europa toccherà un’altra volta il fondo e si vedrà ancora una volta l’imbarazzante debolezza e inutilità di quel macroleviatano privo di forza, ethos e consenso popolare: un risultato che l’Eurasia di marca putiniana otterrà e sarà positivo per tutti noi, non appena euroscettici, ma anti-eurocrazia, dunque liberamente europei e anti-mondialisti. Putin è la forza delle radici della Terra che si espande e diventa generatività anche imperialistica, l’EU è il niente del mondialismo che equivale all’Onu, in cui nessuno deve più appartenere a niente e deve credere in niente se non che alle Regole e alle Procedure. Ecco, sbandieratele di fronte a Putin, che invade la Crimea con uno dei più forti e attrezzati contingenti militari del mondo, e fateci godere l’effetto comico che questa mossa sortirà.

 

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