Un nuovo mondo è possibile perchè quella rivoluzione culturale necessaria, indispensabile per rigenerare anzi, per costruire e fare la sinistra è già iniziata e marcia sulle solide gambe dell’uguaglianza e della libertà da coniugare insieme e della diversità.
Ilaria Bonaccorsi, storica mediovista, già direttore responsabile ed editoriale del settimanale Left e candidata civatiana al Parlamento europeo nella lista del Pd per il Centro-Italia, ha così concluso, tra gli applausi della platea, un vivace, interessante dibattito al Salone del Libro di Torino dove è stato presentato il saggio di Elisabetta Amalfitano,
Cos’é o cosa dovrebbe essere la sinistra del XXI°, quale é la sua identità: questo il tema clou del confronto a più voci che, ferma restando la distinzione tra destra e sinistra spiegata bene nel 1994 dall’azionista e socialista
Il libro della Amalfitano si avvale dei qualificati contributi dell’antropologa Amalia Signorelli, del filologo Luciano Canfora, della costituzionalista Lorenza Carlassare, della teorica della politica Nadia Urbinati, dell’economista Ernesto Longobardi e dello psichiatra Massimo Fagioli l’autore originalissimo della teoria della nascita per cui tuttigli esseri umani, uomini e donne, sono uguali per la nascita ma diversi per il pensiero.
La rivoluzione culturale necessaria, indispensabile per rigenerare, anzi per costruire e fare la sinistra del XXI° ha nel pensiero nuovo di Fagioli sulla realtà umana il suo insostituibile punto di riferimento. L’occasione giusta per la Bonaccorsi perché in perfetta armonia con la sua storia e quella del settimanale Left di cui è stata direttore: se le prime tre lettere rimandano alle parole della Rivoluzione francese, libertà, uguaglianza, fraternità, la quarta, la t, parla di trasformazione che non riguarda più il mondo come aveva teorizzato a suo tempo Marx, ma gli esseri umani, come teorizza Fagioli. La sfida culturale e politica delle prossime elezioni europee è questa e di essa la Bonaccorsi, una brillante e colta donna, è la protagonista in un contesto culturale e politico asfittico e privo di idee e di immaginazione.