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Le tensioni tra Cina e Vietnam

Questo articolo è ripreso da BloGlobal Opi – Osservatorio di politica internazionale, un portale di analisi e approfondimento sulla realtà politica ed economica internazionale.

Crescono le tensioni nell’area del Mar Cinese meridionale. Questa volta è stato il turno di Vietnam e Cina. Pechino ha recentemente installato una piattaforma petrolifera, la Haiyang Shiyou 981, nei pressi delle isole Paracel, un’area contesa tra Pechino e Hanoi. Sono seguite polemiche e manifestazioni tra i vietnamiti, che hanno letteralmente assaltato fabbriche – pare anche di Taiwan – e causato feriti e morti in alcune decine. Le autorità di Hanoi hanno condannato la violenza, ma hanno supportato le ragioni delle dimostrazioni di massa.

Anche in mare si sono registrate pericolose tensioni, con le navi vietnamite e cinesi che hanno rischiato la collisione. Cina e Taiwan hanno quindi protestato ed invitato il Primo Ministro di Hanoi, Nguyen Tan Dung, a ripristinare l’ordine e la sicurezza per i propri cittadini e le aziende. La portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha affermato che “le violenze sono legate direttamente all’indulgenza del governo vietnamita e alla connivenza con una parte delle forze anticinesi”.

In totale, sono state coinvolte nelle proteste oltre cento fabbriche e ben dieci di queste sono state incendiate. Almeno due sono stati i cittadini cinesi uccisi, mentre più di quindici sono stati quelli di etnia cinese. Nonostante tali fatti, Pechino ha fatto sapere di voler continuare le sue attività di estrazione petrolifera al largo delle Paracel. Il generale dell’esercito cinese, Fang Fenghui, nonché influente membro del Politburo, ha avvertito che la Cina farà quanto in suo potere per garantire la sicurezza ai suoi uomini operanti nel Mar Cinese meridionale.

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