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Chi sono i ragazzi rapiti in Israele

Questo articolo è ripreso da BloGlobal Opi – Osservatorio di politica internazionale, un portale di analisi e approfondimento sulla realtà politica ed economica internazionale.

Tre ragazzi israeliani tra i 16 e i 19 anni, seminaristi di una scuola rabbinica, sono scomparsi in Cisgiordania nei dintorni di Hebron, alimentando immediate tensioni tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese (ANP). In un comunicato ufficiale, il Premier Benjamin Netanyahu ha “dato ordine di fare ricorso a tutti i mezzi a nostra disposizione per rintracciare i rapiti” e ha accusato Hamas del sequestro politico e l’ANP di complicità morale. Poche ore dopo il rapimento, il governo ha lanciato l’operazione “Brother’s Keeper” nell’ambito della quale è stato dispiegato l’esercito; sono stati richiamati, inoltre, centinaia di riservisti e si è provveduto ad isolare totalmente l’area cittadina e quella immediatamente limitrofa di Hebron.

Le forze di sicurezza israeliane hanno controllato i villaggi di Tufah, Bnei Naim, Yata, Halhul, Beit Ayoun e Doura. In otto giorni di ricerche gli uomini dell’IDF hanno ispezionato 1.100 abitazioni e hanno arrestato 330 palestinesi, tra cui molti militanti di Hamas e almeno una cinquantina dei detenuti scambiati nel 2011 per la liberazione Gilad Shalit, il soldato israeliano rapito in Libano nel 2006 durante l’operazione militare “Summer Rains”.

Nelle ultime ispezioni sono morte anche due giovani palestinesi in circostanze non ancora del tutto chiarite. L’episodio ha creato molto scalpore soprattutto nei media israeliani e ha provocato le prime spaccature anche nel fronte palestinese. Nel timore di una reazione militare israeliana, alcuni funzionari palestinesi hanno fatto sapere alla stampa che l’ANP sta collaborando alle ricerche e il Presidente palestinese Abu Mazen è tornato a chiedere la liberazione dei tre ragazzi rapiti definendo la cooperazione con Israele una scelta di “interesse nazionale… volta ad evitare una nuova intifada”.

Sempre Abu Mazen aveva infine criticato gli autori dell’atto definendone l’azione come una mossa volta a distruggere l’unità nazionale appena ritrovata. Parallelamente alle azioni in Cisgiordania, il 15 giugno l’aviazione israeliana ha lanciato quattro raid contro obiettivi di Hamas a Gaza City e nella Striscia, ferendo tre persone, in risposta al lancio di due razzi Qassam verso il territorio meridionale israeliano. Proprio per prevenire nuovi lanci di razzi verso l’entroterra israeliano, l’esercito ha deciso di schierare, oltre a quello già dispiegato nella zona tra Ashqelon e Ashdod, un’altra batteria dell’Iron Dome a Rehovot, nel centro del Paese a pochi chilometri da Tel Aviv. Intanto in Israele il 10 giugno la Knesset ha eletto il decimo Presidente della Repubblica: Reuven Rivlin, uomo vicino ai coloni israeliani e alla destra del Likud, il partito di maggioranza relativa, ha vinto il ballottaggio contro Meir Shitrit di HaTnuah, il partito di Tzipi Livni.

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