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Una nuova agricoltura può sconfiggere la fame nel mondo. Parola di Gain

Metà della popolazione mondiale oggi sta soffrendo di malnutrizione e questi numeri sono destinati ad aumentare.

È l’allarme lanciato da Gain, Global Alliance for Improved Nutrition, che tiene oggi una conferenza sul tema organizzata presso la sede del Programma alimentare mondiale a Roma.

Il sistema alimentare globale è “guasto”, può “essere riparato, anche se le sfide sono enormi”, avverte l’organizzazione, che vuole concentrarsi sulle possibili soluzioni per “attaccare” il problema, anche attraverso un nuovo e più efficace connubio tra nutrizione e agricoltura.

Si tratta di un approccio nuovo – spiega Marc Van Ameringen, direttore esecutivo di Gain – che vorrebbe far sedere allo stesso tavolo due mondi che si parlano poco, quello appunto agricolo e della nutrizione.

“Le soluzioni possibili sono molte e complesse, ma il punto di partenza è essenzialmente semplice – capire che una crescita di lungo termine non è sostenibile se agricoltori, lavoratori e consumatori sono malnutriti. Dobbiamo rompere gli schemi e… ci sono due approcci che possono fare la differenza nel far lavorare insieme agricoltura e nutrizione: sviluppare approcci più complementari, che integrino ciò che è utile per entrambi i settori e porre fine al paradosso secondo cui, in molte parti del mondo dove si soffre di alti livelli di sottonutrizione, c’è spesso una domanda di cibi nutritivi estremamente limitata. Senza una domanda maggiore, è improbabile che gli agricoltori scelgano di far crescere più coltivazioni nutritive, o che i consumatori paghino per questo tipo di prodotti alimentari”.

Il campo d’azione è ampio, ma le priorità sono ben note. La grande maggioranza di chi soffre la fame si trova in Paesi in via di sviluppo, dove la scarsa nutrizione è causa del 45% dei casi di decesso nei bambini sotto i cinque anni, provocando anche gravi disturbi alla crescita in 162 milioni di bambini – che sono così incapaci di sviluppare mentalmente e fisicamente il loro pieno potenziale”, si legge in una nota che illustra l’evento.

Il tempo stringe. Entro il 2050, secondo le stime, la popolazione mondiale sarà di 9 miliardi di persone, “che avranno tutte bisogno di diete nutrienti per vivere delle vite salutari”.

Già ora si è davanti a numeri impressionanti, così come lo sono alcune contraddizioni. Attualmente – avverte Gain – oltre 840 milioni di persone non dispongono di abbastanza cibo; due miliardi di persone sono prive di vitamine e minerali essenziali per crescere correttamente; 1.4 miliardi di persone sono sovrappeso e obese, cioè quasi il doppio dei denutriti.

Agricoltura e nutrizione – prosegue l’organizzazione – sono strettamente collegate ai sistemi alimentari dei Paesi.
Ma mentre l’agricoltura si concentra nello sfamare la popolazione in espansione, riducendo i costi di produzione e gestendo siccità e cambiamento climatico, la nutrizione rimane in larga parte una questione sanitaria, affrontata attraverso una serie d’interventi posti in essere mediante il sistema sanitario pubblico.
Le soluzioni sono molte e complesse, ma il punto di partenza è semplice – riconoscere che una crescita di lungo termine non è sostenibile se agricoltori, lavoratori e consumatori sono malnutriti. Per realizzarle, però, c’è bisogno di maggiori investimenti; un impegno a cui tutti i Paesi con un alto tenore di vita sono chiamati a contribuire.

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