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Come fanno il 7 e il 9 senza l’8?

Fatto fu che una mattina i numeri usciti dai letti nella loro bolla, lassù nell’empireo, a forma di ellisse e che i mortali chiamano insieme, scoprirono durante la conta prima della colazione di non essere tutti. L’8 mancava. Era rimasto coricato. Cercate di immaginarveli messi in fila ordinati loro i numeri naturali dall’1 in poi che a un certo punto, tra il 7 e il 9, scoprono che l’8, anziché starsene in piedi nella sua forma doppiamente panciuta come suo solito, se ne sta coricato. Un vero disastro. La conta arrivava all’8 e poi si inceppava. Niente più funzionava. Né somma, né sottrazione. E non solo nella bolla lassù nell’empireo, quella a forma d’ellisse che i mortali chiamano insieme. Non funzionava più nulla neanche laggiù, tra gli umani. Perfino le azioni meno logiche che i mortali fanno con gli strumenti più logici come i computer che sono pieni di numeri.
Mentre lassù il 7 e il 9 che erano i più vicini all’8 per cardinalità le provavano tutte per farlo rialzare, laggiù i mortali che da sempre pensano di poter risolvere tutto aprirono un gran consesso. Fu chiamato un esimio professore di matematica e fisica. Tal Brancao. Noto ai più per la sua caratteristica linguistica di mangiarsi le “t” dell’ultima sillaba di ogni parola. – Quindi l’8 è coricao? – Così, chiese Brancao. Assunse uno sguardo stranito, poi in un sorriso da cui comparivano solo i denti di sinistra disse: – Rovinati siamo. Quello non è l’8 coricao, quello è infinito. Io ci levo mano, non è cosa per me -. Fu la volta di Piergiorgio Odifreddi, il quale essendo laico, e ateo pure, ridendo a crepapelle disse: – Questa è la prova che Dio non esiste – . Chi si trovava vicino a lui provò a chiedere maggiori lumi :- Eccellenza che c’entra il Padre Eterno ? -. Ma Lui il matematico da sal’otto non rispose. Continuava a ridere.
La questione divenne di pubblico dominio. Grillo fece le ottuagenarie. – I problemi vanno risolti dal basso -. Così tuonò il comico. E sul web fu tutto un impazzare di ragionamenti intorno all’otto.
Una signora anziana aiutata dalla nipote nativa digitale che aveva appreso tutto quello che c’è da sapere del mondo di internet da Johnny&Ri8 postò così: – L’8 così coricato non può uscire al Lotto, rivoglio tutti i miei denari delle estrazioni in cui ho giocato. Lo Stato ci ha truffato – . La cosa divenne subito una mozione parlamentare. Crimi fece un lungo discorso al Senato. E lo Stato deliberò una finanziaria per risarcire tutti i giocatori del Lotto.
Fu un’estate d’inferno. Non funzionavano i treni, né gli aerei. Né tutta la macchina dello Stato. Qualcuno manco se ne accorse. In tanti cercarono rifugio in Sicilia perché luogo euclideo già abituato alla fallibilità dei teoremi. Il mondo tutto computerizzato rimase in ginocchio, che dico, steso e coricato assieme all’8 che quella mattina non si era più alzato.
Poi, venne Settembre, e con il mese della vendemmia l’apertura delle scuole. Fu per tanti nuovi bimbi il primo giorno. E in una scuola, in un piccolo comune lontano, una bambina al suo primo giorno di scuola elementare, appena entrata in classe dopo che assieme ai suoi nuovi compagni aveva preso posto nel suo banchetto, alzò la mano e indicò alla maestra che sulla parete il cartoncino su cui era disegnato l’8 si era staccato ed era in terra. L’8 era coricato. La maestra ebbe un’esitazione. La bambina si alzò e andò a sistemarlo, tra il 7 e il 9, e tutto il mondo riprese a funzionare. E nella bolla, lassù nell’empireo, a forma di ellisse, che i mortali chiamano insieme, i numeri in festa disegnarono una nuova Aurora. Il nome della piccola bimba.

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