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Terrorismo, così Europa ed Usa rafforzeranno la sicurezza

La minaccia del terrorismo scuote la politica, che il prossimo 18 febbraio si ritroverà a Washington per un vertice internazionale dedicato all’argomento.
Ad annunciarlo è stato il segretario di Stato americano alla Giustizia Eric Holder, intervenuto a Parigi al summit straordinario tra undici ministri dell’Interno dei Paesi europei più toccati dal fenomeno dei foreign fighter, tra i quali l’italiano Angelino Alfano (Roma e il Vaticano sono tra gli obiettivi dichiarati dei jihadisti dell’Isis).

LA STRAGE

Sempre ieri, nei boulevard della capitale francese, si è svolta la marcia contro il fondamentalismo islamico, a cui hanno preso milioni di cittadini e decine di capi di Stato e governo provenienti da tutto il mondo. Sono state 17 le vittime della violenza scatenatasi Oltralpe tra mercoledì e venerdì, tra cui la strage al giornale satirico Charlie Hebdo. I tre responsabili, i fratelli Kouachi (con contatti, pare, nei Paesi Bassi) e Amedy Coulibaly, sono stati uccisi.

NORME INSUFFICIENTI

La risposta delle forze di sicurezza transalpine è stata criticata, ma tutto sommato si è rivelata efficace. Tuttavia nel Vecchio Continente serpeggia la convinzione che – come ha sottolineato il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve – “le attuali norme europee non sono sufficienti a lottare efficacemente contro il terrorismo“.

LE MISURE PREVISTE

Per ovviare a questo problema, nel vertice parigino si sono decise una serie di migliorie legislative, elencate dal quotidiano francese Le Monde: rafforzamento della “rilevazione e dei controlli” dei cittadini europei che “attraversano le frontiere esterne dell’Ue”; collaborazione con gli operatori internet per identificare e ritirare rapidamente i “contenuti che incitano all’odio e al terrorismo”; creare un sistema di raccolta europeo dei dati forniti dai viaggiatori alle compagnie aeree (con l’approvazione del Pnr – Passenger name record -, ovvero la schedatura dei passeggeri degli aerei, per intercettare rapidamente gli elementi più a rischio).

UNA LEGISLAZIONE TRANSALTLANTICA?

A queste misure, si sommerà un coordinamento maggiore per ciò che concerne lo scambio di informazioni tra Paesi membri dell’Unione e tra le due sponde dell’Atlantico. Troppa la differenza di legislazioni e sensibilità e l’affollamento di organismi e forze deputati al controllo e al contrasto di una minaccia ormai globale.

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