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Vincenzo De Luca nella tenaglia Renzi-Cantone?

La candidatura di Vincenzo De Luca alle prossime Elezioni Regionali del 31 maggio in Campania ha fatto e continua a far discutere dentro e fuori il PD.

Risale al pomeriggio di lunedì l’intervento dell’ex governatore Antonio Bassolino che, parlando delle Primarie del 1° marzo, su Facebook scrive: “Naturalmente il voto non cancella, anzi rende ora più stringente il nodo della Severino, che è discutibile sulla decadenza di sindaci condannati in primo grado per abuso di ufficio, ma che intanto oggi è legge dello Stato. Questo nodo, qualunque sia la risposta che si pensa di dare, deve essere affrontato dal gruppo dirigente centrale: la Severino è tema generale e nazionale. Influisce sulla campagna elettorale (ne sarà un tema centrale) e soprattutto rende nebuloso il dopo voto. Si decide di correre i possibili rischi? I militanti del PD hanno tutti allora il dovere di sostenere De Luca. Una riflessione nazionale, fatta assieme a De Luca in primo luogo e a Cozzolino e Di Lello, appare comunque doverosa. Ai cittadini della Campania è giusto dare un messaggio chiaro.”

Leggendo – neanche troppo – tra le righe è possibile scorgere il fantasma della possibile disfatta elettorale a cui potrebbe andare incontro il PD con un candidato destinato a decadere qualora venisse eletto. Per dirla con Emanuele Macaluso: “La destra, da parte sua, disporrà di un fortissimo argomento in campagna elettorale: il candidato del PD è ineleggibile”.

E’ probabile quindi che si arrivi, replicando un copione già visto in Sardegna ed Emilia Romagna, a chiedere a De Luca un passo indietro.

Nei fatti qualche timido tentativo è stato già messo in atto nelle scorse settimane.

Il 3 febbraio il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti e il vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini affermano, a margine dell’incontro tenuto al Nazareno con una folta delegazione di “deluchiani”, che “le Primarie ci sono e che non ci sarà nessuna decisione di imperio per fermarle”, ma anche che la “candidatura alle Primarie di Vincenzo De Luca non è opportuna”.

Al termine dell’incontro i partecipanti, che hanno “ritenuto opportuno sollecitare un approfondimento sulla candidatura in ragione di recenti eventi che hanno riguardato De Luca”, tuttavia “hanno condiviso che tale approfondimento dovrà svolgersi nel rispetto delle prerogative spettanti al Pd campano, con esclusione d’imposizioni dei vertici nazionali. Per questo si rende opportuno acquisire nell’ambito di tale approfondimento anche il diretto punto di vista di De Luca”.

De Luca avrà evidentemente fatto ben valere il suo punto di vista se si arriva alle Primarie del 1° marzo (a cui hanno partecipato 152.769 persone) e alla sua schiacciante vittoria (50.7% contro il 43,8% di Cozzolino) in cui avrà un peso determinante il voto in provincia di Salerno (qui De Luca raggiunge il 71,27% e Cozzolino il 26,26%). Non va sottaciuto però neanche il risultato ottenuto nelle province di Avellino (49,79%) e Caserta (50,08%), dove prevale su Cozzolino (che ottiene rispettivamente il 42,87% e il 45,62%), e in provincia di Napoli dove pur se superato, lo è in misura nettamente inferiore a quanto si potesse prevedere (De Luca al 42,08% e Cozzolino al 49,70%).

Subito dopo le Primarie si registra la dichiarazione di Renzi che afferma “Nessun passo indietro sulla legge Severino per agevolare De Luca”, seguito dal Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che dichiara: “Al momento non è allo studio da parte del Governo nessuna ipotesi di modifica della legge Severino. Non se il Parlamento, nelle prossime settimane, riterrà di intervenire”. E posta di fronte a un’eventuale vittoria di De Luca alle Regionali risponde: “Verificheremo e prenderemo i provvedimenti necessari da qui alle elezioni (…)anche alla luce di precedenti che ci sono stati in altre Regioni”.

Delrio invece: “Facciamo i complimenti a Vincenzo che è stato un ottimo sindaco ed è pure amico mio. Noi ovviamente abbiamo il compito di far rispettare le leggi. Se poi si cambierà questo lo deciderà il Parlamento. La legge è legge”.

Quanto meno colorita la replica dell’ex sindaco di Salerno: “La legge Severino se la possono impacchettare con il fiocco e la carta argentata e metterla in frigo. A me non interessa niente. Gli ho comunicato che mi sono mosso, mi muoverò nell’ambito del più rigoroso rispetto delle leggi. Quello che forse non è chiaro è il contenuto e le conseguenze delle leggi, ma su questo avrete delle sorprese”.

Negli stessi giorni, Umberto Del Basso De Caro, Sottosegretario ai Trasporti e unico campano al Governo, in un’intervista a Repubblica, dopo aver dichiarato che “Il problema è delicato e va risolto politicamente” sottolinea che “Il Pd lo avrebbe dovuto risolvere prima, ma oggi c’è l’esito del voto di domenica che io rispetto profondamente. Sono pronto a fare la battaglia elettorale per De Luca. Però resta un problema politico”. E poi: “Io ricordo solo tre casi nei quali da Roma ci si è mossi. In Sardegna il partito non ha consentito a Francesca Barracciu di candidarsi alla presidenza della Regione pur avendo vinto le Primarie nel 2013 dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta giudiziaria rimborsi ai consiglieri regionali. Nicola Caputo nel 2013 non fu candidato al parlamento nazionale per un’indagine a suo carico sulle spese per la comunicazione istituzionale in Regione Campania. In Emilia Matteo Richetti a settembre scorso si ritirò dalla corsa alle Primarie per un’indagine sulle spese pazze dei consiglieri. Ecco, io ricordo che accanto alla valutazione giuridica, c’è una valutazione politica da fare”. E conclude: “il Pd nazionale ha consentito che si svolgessero le Primarie, e ora il Pd nazionale deve assumersi la responsabilità di tirarci fuori da questa situazione.”

L’11 marzo, l’edizione napoletana di Repubblica riporta le parole del Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, che sul caso De Luca dichiara: “Sono stata sempre contro le leggi ad personam, lo sono anche di più per le modifiche di legge ad personam”. E sulla Legge Severino dice: “Se bisogna modificarla bisogna semmai andare in senso opposto rendendola più rigida. In ogni caso qualsiasi modifica va fatta dopo le elezioni regionali. Mai, mai leggi ad personam”.

A questo punto Renzi ha due possibili scelte: continuare a mantenere l’atteggiamento apparentemente distaccato tenuto sinora, oppure intervenire su De Luca per ottenere un passo indietro.

Ma per quest’ultima possibilità dovrà spendere una figura inattaccabile, di altissimo profilo ed esterna alle dinamiche del PD. E’ possibile quindi che riemerga l’ipotesi del Presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone, ipotesi forse mai accantonata da Renzi anche dopo l’ultimo cortese rifiuto di poche settimane fa, ulteriormente ribadito in questi giorni.

Cantone intanto non ha mai fatto mancare la sua opinione sulle vicende campane. “Quanto accade in Campania rende ineludibile un intervento normativo sulle Primarie; così non sono più uno strumento di vera democrazia!” twittava il 27 febbraio. Invece l’8 marzo sulla Legge Severino: “strumento fondamentale di contrasto alla corruzione” che “va difesa e al più sottoposta ad un minimo “tagliando” x migliorarla”.

E ancora sulla Legge Severino, intervenendo a un videoforum di RepubblicaTv lo scorso 12 marzo, il Presidente dell’Anticorruzione afferma: “Credo sia una legge di civiltà, credo che in tanti Stati fosse persino superflua e inutile perché si dà per scontato che un soggetto condannato non possa svolgere cariche politiche”. E riferendosi a De Luca dice: “Io credo che un soggetto nei cui confronti sia stata emessa una sentenza di condanna abbia difficoltà a rappresentare le istituzioni. La scelta di applicarla ai parlamentari è una scelta politica. In Campania ci sono stati dei paradossi: è accaduto che un amministratore sospeso per una sentenza sia stato poi eletto alla Camera”.

De Luca invece che a giugno 2014 dichiarava: “Se il candidato del Pd è il giudice Cantone sono pronto a fare un passo indietro” deve averci ripensato se meno di un mese fa di Cantone diceva che è “una personalità di altissimo livello verso cui nutro rispetto. Punto”. E che “sono mesi che i candidati spuntano come funghi”. E per essere chiaro fino in fondo, “si chiederebbe a Maradona, che sta giocando la finale della Coppa dei Campioni, di andare in panchina?…”.

Solo pochi giorni fa, intervenendo in una tv locale a Salerno, De Luca lancia poi una proposta: “Affidiamo al Presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone la modifica della legge Severino, l’eliminazione delle parti incostituzionali”.

Se c’era qualche aspetto della vicenda non ancora del tutto chiaro lo ha esplicitato partecipando domenica scorsa alla trasmissione di Lucia Annunziata, “In Mezz’Ora”, nel corso della quale non ha lasciato margini di dubbio circa la sua volontà di andare avanti comunque.

E a uno sprezzante De Luca che liquida la questione della decadenza con “Un minuto dopo il Tar sospende tutto”, risponde il giorno dopo un tracotante Renzi: “fatemi dire una cosa da segretario di partito: prima delle Regionali bisogna discutere di terzo settore e politiche sociali. Invece sorvoliamo sulla Severino, lasciamo stare che abbiamo altri problemi…”.

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